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È risuonata ieri pomeriggio la campanella nel cuore pulsante della comunità ecclesiale leccese. Nella nuova sede della Curia arcivescovile a Castromediano ha preso il via il nuovo anno formativo della Scuola diocesana di formazione teologica (Sdft) di Lecce.

 

 

Quest’anno sono cinquantacinque i corsisti decisi a intraprendere o proseguire un cammino di approfondimento, consapevolezza e servizio nella Chiesa. Un appuntamento atteso, non solo da chi si prepara al servizio ecclesiale nelle sue diverse forme, ma anche da tanti laici desiderosi di approfondire la ricchezza della fede, attraverso un percorso strutturato, competente e profondamente ecclesiale. 

L’atmosfera che si è respirata tra le mura storiche del centro è stata intrisa di emozione, silenzi carichi di attesa, sguardi curiosi e sorrisi di ritrovata comunione. Il sapere, quando si intreccia con la fede, non è mai un fatto puramente accademico: è fuoco che illumina e scalda, è parola che interpella, è seme che germoglia nel terreno delle parrocchie, delle famiglie, delle relazioni.                   

I corsisti si sono immersi fin da subito in un ventaglio ricco e appassionante di discipline fondamentali: Introduzione alla Sacra Scrittura, per scoprire il respiro profondo della Parola di Dio, che attraversa i secoli e continua a parlare oggi con sorprendente attualità; Introduzione alla Cristologia, per incontrare il volto di Gesù, vero Dio e vero uomo, centro e senso della storia umana; Elementi di pastorale, per formare credenti capaci di leggere i segni dei tempi e di essere presenza attiva e concreta nelle comunità locali; Pastorale liturgica, per riscoprire il cuore pulsante della vita cristiana: la celebrazione che educa, nutre e invia. Con un corpo docente qualificato, un ambiente accogliente e rigenerato, e una proposta formativa in continua evoluzione, la Scuola si conferma come uno dei cuori pulsanti della vita culturale e pastorale della diocesi.

Ma la vera, attesa novità di quest’anno formativo 2025-2026 ha toccato un livello ancora più profondo del cuore e dell’intelligenza della fede. Mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo metropolita di Lecce, ha scelto di farsi compagno di viaggio e docente del modulo di approfondimento di Teologia della vita del cristiano, coinvolgendo altri 130 iscritti, oltre i già corsisti curriculari, in un’esperienza intensa, viva, capace di intrecciare dottrina e vita concreta. 

Ha scelto di essere docente non per un ruolo accademico ma per condividere con gli iscritti, un tratto del cammino. Perché la teologia non è solo studio: è vita creduta, sperata e donata.

Il modulo - guidato dal presule - si snoderà sulla triade, attorno ai tre pilastri della vita del cristiano: fede, speranza e carità. Tre parole antiche e nuove, tre virtù che oggi più che mai risuonano come un invito pressante a costruire un’umanità diversa, capace di credere oltre le apparenze, di sperare oltre le crisi, di amare oltre i confini. 

Studieremo come il mistero di Cristo si impatta con la nostra vita - ha affermato il presule durante la sua prima lezione  - perché la bellezza della vita cristiana può essere affrontata sotto vari punti di vista. Perché abbiamo proprio fame e sete di imparare le cose di Dio dentro la nostra vita. Può sembrare complesso questo, ma noi rifletteremo su una vita cristiana con risorse importanti, ovvero la ragione illuminata dalla fede. Dalla rivelazione illuminata dalla grazia dello Spirito Santo cercheremo di riflettere insieme per elaborare uno strumento che poi possa essere di aiuto anche a quelli che fisicamente non possono essere presenti qui, perché essere qui presenti è una fatica”

E ha continuato: “Bisognerà essere fedeli a questi appuntamenti, nel senso che per me questa sera è una grande fortuna poter riflettere insieme a voi. Questa sera la gioia più grande non è tanto le cose che io dirò, ma i vostri volti. Questo è il dono più grande che io mi porto a casa, perché i vostri volti sono un segno di Dio e quindi, un mosaico di icone che io contemplo e che mi ripaga ampiamente della fatica”.

La presenza dell’arcivescovo in aula non è stato solo un evento formativo, ma un gesto profetico: un pastore che si fa maestro e fratello, pronto ad accompagnare i laici nel loro percorso di crescita spirituale e culturale, confermando ancora una volta che la teologia non è un sapere per pochi, ma un dono per tutti

Nel palazzo della nuova Curia, che profuma ancora del passaggio di alcune generazioni di seminaristi, oggi si ascolta il passo deciso di uomini e donne laici, operatori pastorali, catechisti, giovani in ricerca e adulti in cammino. Un popolo in formazione, radicato nella Parola, proiettato verso il servizio, alimentato da una Chiesa che sogna in grande e cammina insieme. È solo l’inizio, ma già si avverte il soffio dello Spirito. E, nel silenzio raccolto dell’aula, quando la voce del docente si ferma e gli occhi dei corsisti si alzano al cielo, sembra di sentire ancora quella campanella suonare: non è solo l'inizio di un corso, è l'inizio di una vita che si lascia formare dal Vangelo.

“Non si tratta solo di studiare, ma di lasciarsi trasformare dal Vangelo. Insieme con Voi, tra di noi e verso tutti ci impegniamo a divenire lievito di pace e di speranza e di rendere testimonianza al Vangelo della grazia di Dio”, ha sottolineato il direttore mons. Piero Quarta, durante il saluto iniziale che ha voluto rivolgere al pastore. “Qui non formiamo semplicemente catechisti o collaboratori parrocchiali, ma uomini e donne capaci di vivere e testimoniare la fede con intelligenza e passione”.

In un tempo in cui il mondo chiede alla Chiesa credibilità, vicinanza e competenza, la formazione teologica non è un lusso per pochi, ma un’urgenza per tutti. E Lecce risponde con entusiasmo, passione e profondità. La Scuola Diocesana riapre le sue porte. E lo fa con lo sguardo rivolto al futuro, le radici ben salde nella Tradizione e il cuore acceso dal desiderio di servire Cristo e i fratelli. La scuola continuerà il suo percorso nei prossimi mesi, con lezioni settimanali, momenti di preghiera comunitaria, e incontri speciali. La nuova Curia si conferma così non solo un luogo di memoria, ma soprattutto un laboratorio di futuro. E mentre le aule tornano a riempirsi di voci e di domande, c’è una certezza che si fa strada tra i corridoi: formarsi nella fede è il primo passo per trasformare il mondo. L’invito è quello di iscriversi, non solo a coloro che svolgono già un incarico nella propria parrocchia (catechisti, animatori…) ma è rivolto a chiunque, in modo che ciascuno possa approfondire il proprio cammino di fede nel Signore e possa aiutare la propria comunità parrocchiale a crescere. Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare la segreteria della Sdft scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

 

Photogallery di Arturo Caprioli.

 

 

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