Sfilate in abito tradizionale, musica, canti, danze... il tutto in preparazione alla Giornata del migrante e del rifugiato che si celebra domenica prossima 5 ottobre, grazie all’Ufficio Migrantes diocesano che ha organizzato anche quest’anno la sfilata interculturale con “Tukoita”.

Sabato scorso, nella rinnovata chiesa di Sant’Irene finalmente libera dalle impalcature del restauro della facciata, si è sperimentato il valore di “Tukoita”, neologismo formato dall’intreccio di parole che significano “Incontriamoci” in diverse lingue tra keniano, albanese e filippino, racchiudendo l’essenza del progetto che vuole vedere una città che non si limita solo a convivere, ma si arricchisce reciprocamente grazie alla contaminazione culturale. 

La sfilata interculturale di creazioni sartoriali è stata animata da danze, canti e percussioni etniche: un percorso di bellezza condivisa dove ogni diversità si intreccia per dare vita a una nuova bellezza inclusiva grazie all’impegno anche dei ragazzi di alcune scuole di Lecce come il liceo “Banzi-Bazoli” con canti, musica e poesia; gli studenti dell’istituto “De Pace” di Lecce con la sfilata di abiti realizzati direttamente da loro, e anche i ragazzi dell’istituto “Morvillo-Falcone-Bassi” di Brindisi. 

Hanno contribuito ad arricchire la serata anche i canti tradizionali africani eseguiti dai ragazzi della Schola cantorum Sacro Cuore di Lecce accompagnati dai tamburi etnici del gruppo keniano Mijikenda che rendevano l’atmosfera ancor più magica, un vero e proprio viaggio nelle lontane terre che grazie all’impegno di Migrantes e del suo direttore Cesare De Giorgi si scoprono di più essere invece così vicine a noi. E nell’unione tra ragazze e ragazzi, bambine e bambini delle comunità africane, albanesi, filippine che vivono la città si è scoperto come l’inclusione e l’accoglienza non rimangono solo in un termine e in una parola come “Tukoita” ma è una realtà possibile che già sta accadendo, è sotto i nostri occhi, ed è ricchezza per tutta una comunità.