Si è tenuto nel pomeriggio di ieri all’ombra delle mura barocche dell’antico seminario di Piazza Duomo in Lecce, il Giubileo diocesano dei ministranti.
L’incontro, organizzato dal seminario diocesano di Lecce diretto da don Tony Bergamo e dal Centro diocesano vocazioni, ha radunato ragazzi e giovani impegnati nel servire all’altare provenienti da tutto il territorio della Chiesa locale, accompagnati dai loro responsabili parrocchiali e dalle loro famiglie, per vivere insieme un momento di condivisione della gioia del servizio.
Dopo il raduno dei partecipanti riuniti nella cappella di San Gregorio per la statio, si è tenuto nel chiostro dell’antico seminario un primo momento di preghiera e riflessione animato dai canti delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, per poi procedere in processione in direzione della cattedrale dove, dopo il breve pellegrinaggio giubilare, si è tenuta la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia.
Durante la sua omelia, mons. Seccia, partendo dal commento al Vangelo di Matteo (cfr Mt 5,13-16) ha sottolineato ai giovani l’importanza di rendersi, mediante il servizio all’altare, sale della terra e luce del mondo: “il sale è ciò che dà il gusto alle nostre pietanze, e ciò che ci fa percepire se il cibo è saporito o se è insipido, e voi dovete pregare perché il Signore vi dia quel sale necessario per provare gioia e gusto in quello che fate”.
“Essere sale della terra - ha continuato mons. Seccia - vuol dire vivere la presa di coscienza di essere sull’altare insieme al Signore, davanti al Signore, con una gioia straordinaria. Essere sale della terra e la luce del mondo, ciò che il Signore attribuisce ai discepoli ma anche a noi, vuol dire provare una piena consapevolezza, essere pienamente convinti, che ciò che noi celebriamo nell’ Eucarestia è la pienezza della fede e della gioia della presenza del Signore”.
“Vi auguro ragazzi e ragazze - ha concluso Seccia - di poter vivere bene e con gioia con il vostro servizio di assistere il sacerdote mentre celebra la messa e di continuare a sentire, così come già sentite, questa vicinanza di Gesù, questa sua amicizia che vi chiama, che vi tocca, che vi benedice”.
Un pomeriggio di festa, fede e fraternità per tutti i ministranti che ha rafforzato il senso del servizio liturgico e il legame con la comunità diocesana.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.