“Ogni storia inizia con un passo e questo è un cammino che è germogliato pian piano”: con queste ha avuto avvio, lo scorso 13 novembre, il percorso di “Scendi… in cripta!”.
Un cammino di riflessione e crescita spirituale e personale, a partire dalla Parola di Dio, pensato dall’equipe diocesana del Servizio diocesano dii pastorale giovanile per i giovani e i giovanissimi (con la regia del direttore, don Salvatore Corvino), ragazzi desiderosi di accostarsi alla Parola del Vangelo e che oggi giunge alla sua ultima tappa per questo anno pastorale. Scendendo in cripta, infatti, ciascuno ha avuto la possibilità di scendere anche nel profondo di sé e del proprio animo, lasciando da parte facili entusiasmi e scegliendo invece di vivere con coraggio l’autenticità del Vangelo.
La cura degli incontri è stata affidata ai vari membri dell’équipe diocesana del Servizio diocesano di pastorale giovanile che, accostando i partecipanti, hanno provato ad offrire spunti per gustare la ricchezza della Parola.
E così, passo dopo passo, i giovani hanno saputo scoprire e riscoprire l’imminenza della Parola di Dio: è oggi che Gesù ci parla, ci guida e ci accompagna nel cammino della quotidianità, chiamandoci per nome come Suoi figli.
E come in ogni cammino, anche quello di “Scendi… in cripta!” è giunto ormai all’atto finale: stasera 4 giugno, alle 20.30, i giovani saranno chiamati a riflettere sulla Parabola del seminatore (Lc 8, 4-15), a conclusione di questo primo percorso sulla Parola. Una riflessione questa che inevitabilmente riecheggia la catechesi di Papa Leone XIV dello scorso 21 maggio, che ha sottolineato l'importanza di coltivare un cuore sempre aperto e ricettivo per permettere alla Parola di Dio di radicarsi e produrre frutto, così come un seme germoglia in un terreno ben arato.
Al termine di questo percorso annuale di ascolto della Parola, il desiderio è dunque di rivolgersi insieme al Signore per mettere nelle sue mani quanto vissuto, ringraziarlo per i tanti doni ricevuti e affidargli i prossimi passi del nostro cammino.
Quello con “Scendi… in cripta!” è infatti solo un “arrivederci”.