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È partito da Lecce lo scorso giovedì sera il pullman che ha accompagnato a Roma 60 ragazzi, tra i 13 e i 15 anni, per vivere l'esperienza del Giubileo degli adolescenti, un evento organizzato preparato e atteso da mesi dopo aver accolto l'invito di Papa Francesco ad essere “Pellegrini di speranza”.

 

 

E la speranza cristiana li ha uniti, ancor più, in questi giorni, proprio a Papa Francesco, certamente nelle braccia del Padre ma presente, seppur in maniera diversa, tra questi ragazzi che si sono riuniti per ringraziarlo e salutarlo, per l’ultima volta, insieme al resto del mondo, perché, come dice Chiara, “era un Papa amato proprio da tutti”.

Nei mesi di preparazione accompagnati dai loro educatori e dall'equipe di pastorale giovanile si sono incontrati, in tre occasioni, per conoscersi e per capire insieme come vivere questa esperienza unica e speciale, da non perdere: “volevo esserci anch’io”, pensava infatti Maristella, ancora prima di sapere che avrebbe vissuto un momento storico. 

È stata una gioia per tutti loro essere a Roma; la stanchezza del viaggio, il disagio di non avere i comfort quotidiani, la fatica del cammino non hanno tolto entusiasmo e bellezza a quello che hanno vissuto. Conoscere nuove persone, sentirsi a proprio agio con tutti, riconoscersi fratelli e volersi bene, fin dal primo saluto, è qualcosa che ha riempito il cuore.

Muovendo i propri passi, lungo le strade della capitale, uno dei primi momenti è stato il passaggio della Porta Santa della basilica di San Giovanni in Laterano, con un pensiero particolare rivolto ai detenuti del carcere di Borgo San Nicola, che avevano espresso il desiderio di “essere portati” con loro in quel passaggio, segno di speranza e di nuove opportunità di vita. Una decina di chilometri, caratterizzati da entusiasmo e gioia, con uno sguardo alle bellezze della città, hanno segnato il pellegrinaggio giubilare. Le prime riflessioni sono nate già visitando la chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove i giovani pellegrini hanno conosciuto la bella figura di santità di San Filippo Neri, attraverso la testimonianza di un padre oratoriano.

Nei momenti della Via Lucis e del funerale di Papa Francesco, i ragazzi si sono ritrovati con gli adolescenti di tutto il mondo. Per molti di loro, è stata la prima volta per un evento così grande e questo li ha portati a dire: "abbiamo scoperto cosa vuol dire essere Chiesa". Ma questa consapevolezza l'hanno anche toccata con mano quando si sono ritrovati a giocare, ballare e cantare nel seminario minore di Roma, struttura che li ha ospitati, con i giovanissimi del “Punto vocazionale giovanissimi” di Roma, i loro coetanei di Lecco e una rappresentanza di un gruppo scout romano. È stato quello, insieme alla messa conclusiva segnata da tre parole - dubbio, gioia e custodia -, il momento per guardarsi negli occhi, mettersi davanti a Dio e scambiarsi le emozioni più profonde.

Ora l’appuntamento per ritrovarsi è venerdì 2 maggio per un momento di festa dopo aver ascoltato la ricchezza dello scrittore Enrico Galiano. Sarà l’occasione di passare un ideale testimone con i giovani che, a luglio, vivranno il loro pellegrinaggio giubilare.

 

 

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