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Il dolore più grande che un genitore possa vivere è la perdita di un figlio. Questo è stato il tragico destino di Gianpietro Ghidini, il papà di Emanuele (Ema), scomparso a soli 16 anni nelle acque del fiume Chiese, a Gavardo, dopo una festa con amici più grandi.

 

 

 

 

Tuttavia, invece di soccombere alla sofferenza, Gianpietro ha scelto di trasformare il proprio dolore in un messaggio di speranza e supporto per i giovani di tutta Italia.

Gianpietro Ghidini sarà presente per un incontro-dibattito con gli studenti delle scuole di Lecce, domani 12 aprile, dalle 9,30 alle 12, presso l’hotel Tiziano a Lecce. L’incontro è organizzato dalla Fondazione Splendor Fidei Ets che fa capo all’arcidiocesi di Lecce.

Imprenditore e libero professionista con un dottorato in economia e commercio, Ghidini ha dedicato la sua vita alla causa dei ragazzi, mettendo a disposizione la propria esperienza e il suo vissuto per parlare di temi cruciali come le dipendenze, i valori della vita e l’importanza del dialogo tra genitori e figli. La sua missione è diventata chiara: aiutare gli adolescenti a trovare uno scopo nella vita, a prevenire le dipendenze e a realizzare le proprie aspirazioni professionali.

In memoria del figlio Emanuele, Gianpietro ha fondato la Fondazione Ema PesciolinoRosso, un’organizzazione che ha portato la sua testimonianza in oltre mille incontri in tutta Italia, coinvolgendo scuole, famiglie e istituzioni. La Fondazione non si limita solo a sensibilizzare sull’importanza della comunicazione tra genitori e figli, ma promuove anche l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, aiutandoli a costruire un futuro migliore. Il suo impegno e la sua dedizione gli sono valsi numerosi riconoscimenti. Tra questi, il Premio del Parlamento per la legalità internazionale a Montecitorio, il Premio Campione per i giovani dai City Angels a Milano e il Premio per la solidarietà 2018 al Magna Grecia Awards a Bari. Inoltre, è stato premiato con il Vincitore Premio letterario Napoli Time per il suo libro “Lasciami Volare” (2017), un’opera in cui racconta la sua storia di padre e il suo percorso di riscatto attraverso il dolore. Il libro racconta un viaggio attraverso la sofferenza, ma anche attraverso la forza di un amore che può trasformare la tragedia in un’opportunità di crescita. “La vita è come un prisma di marmo dentro cui è nascosta la statua che rappresenta la nostra essenza. Come scultori, dovremmo ‘scolpire’ per ‘scoprire’ chi siamo, io invece aggiungevo pezzi: il successo, i miei beni, il mio ego. E la mia statua era imprigionata. Ho scoperto che il dolore è il martello e l’amore lo scalpello, con i quali ho iniziato a incidere la pietra per essere libero”, scrive Ghidini nel suo libro, esprimendo il profondo cambiamento che ha subito dopo la morte del figlio.

Gianpietro Ghidini ha trasformato il suo dolore in una missione: aiutare i giovani a “volare” nella loro vita, a superare le difficoltà e a trovare il proprio scopo. Con la Fondazione Ema PesciolinoRosso, la sua testimonianza non smette di toccare il cuore di migliaia di ragazzi e famiglie, ricordando loro che, anche nei momenti più bui, è possibile riscoprire la speranza e la bellezza della vita.

 

 

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