Ancora pochi giorni e il campanile tra i più alti d’Europa sarà finalmente libero dalla gabbia che per più di due anni lo ha rinchiuso nella sua sommità.
Sono, infatti, in corso, in questi giorni, le operazioni di smontaggio dell’impalcatura nella parte superiore del campanile della cattedrale di Lecce in Piazza Duomo (GUARDA) che, dallo scorso 20 novembre, è interessato dai lavori di restauro e consolidamento giunti ormai al termine.
L’intervento, condiviso e approvato dall’arcivescovo Michele Seccia e dall’arcivescovo coadiutore Angelo Panzetta, è stato interamente finanziato dalla Fondazione Splendor Fidei Ets, presieduta dal vicario episcopale per l’economia della diocesi, mons. Antonio Montinaro, mirando alla conservazione e alla valorizzazione di un monumento ormai simbolo della città e di tutta la Chiesa diocesana che domina Piazza Duomo e tutta Lecce, essendo oggi il campanile più alto non solo della città, ma di tutta la Puglia, opera di Giuseppe Zimbaloterminata nel 1682 alta oltre 70 metri.
I lavori effettuati dalla ditta Marullo Costruzioni srl con l’attenta ed efficace supervisione della Soprintendenza (in particolare le dott.sse Francesca Riccio e Michela Catalano) e con la regia dell’arch. Alberto Torsello, responsabile tecnico-scientifico della tutela e conservazione per la Fondazione Splendor Fidei, su progetto curato dall’arch. Giorgio Rizzo e dal geom. Francesco Moretto.
Per comprendere l’urgenza e la necessità di intervenire sul campanile occorre fare un salto indietro fino al 4 febbraio del 2023 (LEGGI) quando, in seguito ad una tromba d’aria abbattutasi sulla città, dalla maestosa torre campanaria si staccarono alcuni calcinacci precipitando in Piazza Duomo, sul basolato prospiciente il monumento seicentesco senza fortunatamente recare danni né a cose, né a persone. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco del comando di Lecce servì ad una prima verifica dei danni ma soprattutto a mettere in sicurezza la zona interessata che venne subito recintata. Il 20 febbraio successivo, col parere favorevole della Soprintendenza, iniziarono i lavori per l’allestimento del cantiere con il montaggio dell’impalcatura e dei ponteggi agli ultimi due piani del campanile: due strutture autonome che poggiavano direttamente sul campanile dal piano terzo in corrispondenza del capolinea dell’ascensore panoramico e a quello successivo raggiungendo la corona terminale in un’opera ingegneristica davvero all’avanguardia (LEGGI). Ciò mise in sicurezza l’area danneggiata per consentire anche la riapertura dell’ascensore panoramico e la prosecuzione delle visite turistiche. Ma solo un anno e mezzo dopo sono iniziati gli effettivi lavori di restauro, consolidamento e pulitura. La realizzazione dell’opera, come si diceva, è stata affidata alla ditta Marullo Costruzioni srl, azienda specializzata in restauri di edifici monumentali.
Gli interventi hanno riguardato principalmente il consolidamento e il restauro degli apparati lapidei, in particolare i bassorilievi e le modanature; la messa in sicurezza della balaustra e della corona sommitale del cupolino maiolicato che già adesso, finalmente scoperto, da lontano appare già notevolmente più vivo e luminoso. Si è trattato di operazioni di pulitura, trattamento e protezione delle superfici e restauro conservativo secondo i più elevati standard di consolidamento oggi a disposizione. L’intero processo è stato concepito per rispettare l’autenticità storica del monumento, con l’utilizzo di materiali e tecniche innovative, completamente reversibili e a basso impatto. Gli interventi hanno seguito un programma concordato con la Soprintendenza che ne ha sempre supervisionato lo sviluppo attraverso un costante monitoraggio.
"Il restauro del campanile della nostra cattedrale - spiegò all’inizio dei lavori il presidente Montinaro, - è un dovere verso la storia, l’arte e la spiritualità della città e della Chiesa di Lecce” (LEGGI) e dallo scorso 19 marzo, proprio nella solennità di San Giuseppe, patrono della Chiesa cattolica, sono finalmente iniziati i lavori che restituiranno il monumento alla comunità leccese e dell’intera diocesi.
L’ultimo restauro completo del campanile risaliva al periodo che va dal 2008 al 2010 sotto l’episcopato del compianto arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi. La consegna dei lavori e l’inaugurazione avvennero nel febbraio 2010 alla presenza però del suo successore, oggi arcivescovo emerito, Domenico Umberto D’Ambrosio che aveva preso possesso da meno di un anno della cattedra leccese. In più, anche nel corso dei lavori per l’installazione dell’ascensore a cura della cooperativa ArtWork sono stati svolti alcuni interventi di recupero e restauro delle parti murarie più corrose dal tempo e dalle intemperie che erano presenti sulle facciate fino al piano del punto panoramico tenendo un’importante ricognizione dello stato di conservazione della struttura e compiendo i necessari interventi di manutenzione e tutela.
Ciò dimostra come nel tempo gli interventi effettuati negli ultimi anni evidenziano come i vescovi che si sono succeduti a Lecce hanno avuto sempre a cuore la valorizzazione e la conservazione del campanile dello Zimbalo proprio allo scopo di preservarne la bellezza, attestarne la sicurezza e finalmente, oggi, riconsegnarlo di nuovo nella sua bellezza, maestosità e imponenza come ponte simbolico che unisce ormai da oltre tre secoli di storia terra e cielo salentino in attesa di poter riascoltare a breve il suono solenne delle sue campane nella piazza e nel centro storico della città e riammirarlo nella sua completa e rinnovata monumentalità.
Photogallery di Francesco Capoccia.