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Hanno preso il via ieri sera gli esercizi spirituali diocesani, tempo di preghiera, ascolto e meditazione che gli arcivescovi Michele Seccia e Angelo Raffaele Panzetta hanno proposto alla comunità ecclesiale leccese affidata alle loro cure pastorali.

 

 

Gremita la chiesa parrocchiale di San Bernardino Realino in Lecce (Rione Aria Sana), luogo scelto per questo appuntamento che fino a giovedì 13 vedrà presbiteri, consacrati, religiosi e fedeli laici insieme. Ascoltatore attento, interessato e appassionato l'arcivescovo Michele Seccia.

A tenere la meditazione sui primi dodici versetti del primo capitolo della Prima Lettera di San Pietro apostolo, dinanzi all’Eucarestia solennemente esposta, l'arcivescovo coadiutore di Lecce Angelo Raffaele Panzetta il quale ha subito desiderato mettere i presenti a parte di cosa voglia dire fare gli esercizi spirituali e soprattutto del contesto-modo in cui essi si vivono. La meditazione con la benedizione eucaristica finale - per la regia di Paolo Longo e il coordinamento di don Emanuele Tramacere - sono state trasmesse (e seguitissime) sulla pagina Fb e sul canale YouTube di Portalecce (GUARDA). 

Partecipare ad una esperienza di questa portata non è andare ad ascoltare qualcuno che parla e che può ergersi a protagonista di un incontro ma tutti, uditori e predicatore, sono discepoli dell'unica Parola. E l’esperienza della meraviglia - la parola più pronunciata da Panzetta nella lunga riflessione – è l’atteggiamento per mettersi a tu per tu con il Signore. 

Così Panzetta: "vivere quello che si chiama corso di esercizi spirituali significa essere tutti alla scuola della Parola così da imparare a leggere quella Parola alla luce dello Spirito per vedere cosa essa dice alla Chiesa, cosa dice al nostro cammino di cristiani in questa nostra Chiesa e cosa noi possiamo dire nella Chiesa alla quale apparteniamo, circa ciò che il Signore ci ha suggerito; in altre parole, attraverso l'ascolto orante della Scritture si diventa capaci di discernimento".

Una esperienza tanto bella e forte quale è quella degli esercizi spirituali necessita, tuttavia, di un contesto vitale nel quale poter maturare e vivere la sua esplosività, un contesto che, normalmente, è fatto di silenzio, di solitudine ma che in questi giorni si rivela singolare per il fatto che silenzio e solitudine debbano essere, per lo più, luoghi del cuore in una caoticità che è la vita di ogni giorno e la storia nella quale, come credenti, ci si trova ad essere collocati.

Ancora l'arcivescovo coadiutore di Lecce: "gli esercizi (spirituali, ndr) spesso si fanno per più giorni, in luoghi ameni, silenziosi e questo potrebbe essere quasi utopia per questa nostra esperienza: è bello, allora, leggere tutto ciò come una richiesta del Signore a trasformare in deserto, in spazio a Lui dedicato, questi giorni che ci ha donato perché la nostra vita possa risplendere della sua grazia".

Entrando nel vivo del testo, mons. Panzetta ha posto la sua attenzione sul tema della scelta, qualifica attribuita dall'apostolo Pietro ai cristiani, resi tali dal Signore per obbedire a lui.

Per l'arcivescovo Panzetta, infatti, il tema della scelta è decisivo nella esperienza cristiana perché permette al discepolo del Signore di riscoprirsi non protagonista ma uomo scelto, amato e costituito tale per un mandato che la Provvidenza gli affida.

Ecco il presule: "occorre ricuperare un aspetto preponderante nel cammino cristiano: il nostro essere frutto di una scelta del Signore. Noi siamo il risultato di un disegno provvidenziale che ha come finalità l'annuncio del Vangelo e la santificazione del mondo attraverso la nostra testimonianza di vita. Le nostre Chiese non nascono perché noi lo vogliamo: l'ecclesiogenesi è opera di Dio".

Scaturisce da qui, pertanto, la capacità del credente di esercitare la virtù della obbedienza: Pietro parla dei cristiani del tempo vocati ad obbedirealla Parola del Signore con il quale devono vivere lo stile della comunione.

Ancora Panzetta: "nella Chiesa noi non siamo coloro che comandano, che creano, ma coloro che obbediscono, collaborano col Signore per dare vita al suo sogno. È Dio che pianta, è lo Spirito che santifica in quella dimensione che tutto convoglia a Cristo, centro e fulcro di tutta la comunità ecclesiale con la quale, attraverso l'aspersione del suo sangue scaturita dal mistero pasquale, si vivono vincoli di comunione, di intimità".

Il binomio benedizione-gioia ha consentito, poi, a Panzetta di focalizzare l'attenzione sul ministero del cristiano in un contesto ecclesiale: Pietro che in apertura del suo scritto benedice Dio fa vedere alla Chiesa quanto ogni azione del discepolo deve essere svolta unicamente in uno stile amorosa dipendenza dal Signore che chiama e invia perché ogni uomo sperimenti la gioia che scaturisce dalla capacità di averlo incontrato.

Così il vescovo coadiutore: "quello che come Chiesa dovremmo sempre testimoniare è la nostra scelta totale per il Signore, il nostro aver perso letteralmente la testa per Lui; nella Chiesa, tra coloro che sono stati affascinati da Lui, ci sono i vergini che sono coloro che non desiderano condividere con nessuno il loro cuore perché questo appartiene solo al Signore: ecco, carissimi, siamo mandati nel mondo ad annunciare che Cristo ci ha conquistato e per essere quel segno della benedizione di Dio per ogni uomo".

L'ultima pennellata che l'arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta ha voluto dare, è stata in ordine alla speranza, filo conduttore di tutto l'anno giubilare.

Riscoprirsi pellegrini di speranza vuol dire fare i conti con ciò che è scaturito dal mistero della Pasqua del Signore e che sarà pienamente compreso al compimento della storia della salvezza.

Così il presule: "sentiamoci chiamati ad essere testimoni di speranza, non quella valoriale che sarebbe già qualcosa di positivo, ma quella che per noi Chiesa ha i tratti e le sembianze del Risorto presente in mezzo a noi".

La benedizione eucaristica ha sancito la fine della prima delle quattro serate che hanno reso la Chiesa di Lecce una ecclesia, una comunità che si è radunata alla luce dello Spirito per scorgere il passaggio del Signore nella sua storia.

Stasera il secondo appuntamento (SCARICA IL SUSSIDIO). Si inizia alle 17, con l’adorazione eucaristica e la celebrazione dei Vespri. Dopo la preghiera corale, ci saranno dei sacerdoti disponibili per le confessioni individuali. Alle 19 l’arcivescovo coadiutore detterà la seconda meditazione e dopo, un momento di riflessione personale, si concluderà con la solenne benedizione eucaristica alle 20:30.  La diretta di Portalecce sulla pagina Fb e sul canale YouTube avrà inizio alle 19.

 

 

Photogallery di Arturo e Gianmaria Caprioli 

 

 

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