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Sono ore di ansia e preoccupazione in Moldavia, dopo il discorso fatto da Putin alla nazione russa ieri mattina, soprattutto per aver chiesto la mobilitazione parziale per affrontare con maggiore determinazione la guerra in Ucraina.

 

 

Le preoccupazioni sono soprattutto date dal fatto che i cittadini moldavi con passaporto russo che lavorano in Russia non possono più uscire da quel paese, perché è impedito agli uomini dai 18 ai 65 anni, se non per gravi motivi. Inoltre, si teme, visto l’intensificarsi della guerra al sud della Ucraina e la minaccia nucleare rivolta alle centrali anch’esse collocate al sud, un nuovo esodo di massa verso la Moldavia, che è il Paese confinante più vicino.

“Sono ore di attesa - ha detto don Cesare Lodeserto, il nostro missionario in Moldavia - e stiamo valutando ciò che sarà bene fare. Come Fondazione Regina Pacis già assistiamo un elevato numero di rifugiati ucraini, con due strutture di accoglienza e l’attività della Mensa Papa Francesco, alla quale ogni giorno giungono circa mille profughi”.

“Certamente non abbiamo le risorse - ha continuato il sacerdote salentino - per fronteggiare un altro esodo, per cui faremo il possibile affidandoci alla Provvidenza”. Tutta l’Europa vive con trepidazione queste ore. Lunghe code di auto in fuga dalla Russia attraverso la Finlandia, nessun posto sugli aerei ed anche con biglietti a costi elevatissimi.

 

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