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Ben 60 anni di una qualsiasi attività rappresentano sempre per una qualunque persona una tappa importante e un’occasione per riflettere sul cammino percorso.

 

 

 

A maggior ragione lo sono per il sacerdozio che è un servizio d’amore. A voler parlare dei fecondi frutti del sacerdozio del carissimo don Gigi Fanciano si è indotti subito a pensare al suo essere stato ottimo parroco della comunità del Sacro Cuore in Lecce, oppure bravo e amato cappellano del carcere di Borgo San Nicola. Io, invece l’ho visto operare e l’ho apprezzato molto in un settore diverso, nel campo dell’Azione cattolica, sia come assistente parrocchiale della Gioventù maschile della parrocchia di Santa Maria della Porta (durante un corso a Roca, salvò a nuoto un giovane della sua parrocchia che stava annegando), dove era viceparroco, ma soprattutto, nella seconda metà degli anni ‘60, come vice assistente diocesano della Gioventù femminile, mentre io ero presidente diocesano della Gioventù maschile.

Nel 1968 il carissimo don Gigi è vice assistente diocesano della Gioventù femminile di Ac.

Allora, ragazzi e ragazze, che a scuola stavano insieme, nella stessa classe, nella stessa aula, proprio in Azione cattolica, invece, erano tenuti separati nei due rami, Gioventù maschile e Gioventù femminile, che svolgevano attività formative e associative autonomamente e separatamente. Il dialogo e la collaborazione stentavano a decollare, anche in campo nazionale. Spesso giocava un fattore importante la differenza di età. Io, per esempio, avevo 21 anni, ma la presidente Gf, Concettina Martuscello, ne aveva molti più di me. Era però, soprattutto la differenza di mentalità che giocava un ruolo frenante. I nostri due assistenti diocesani, don Edoardo Caroppo, allora segretario del vescovo Minerva, per la Giac e don Gino Brindisino, parroco di San Pio, per la Gf, erano ottimi sacerdoti, ma probabilmente un po’ all’antica e quindi molto, forse troppo, ancorati alla “prudenza”.

Si ricordi che eravamo nel 1968, anni del post Concilio e anni della contestazione. Fu davvero prezioso il lavoro e il ruolo che svolsero i due giovani e dinamici vice assistenti diocesani, don Vito De Grisantis e don Gigi Fanciano. Alla fine riuscimmo, con un dialogo serrato, a conquistare la fiducia del vescovo Minerva, di don Ugo De Blasi e con don Gigi, don Vito, Kiko Invitto, delegato diocesano Aspiranti e tutti gli altri organizzammo un fantastico corso di formazione per delegati e delegate Aspiranti di Azione cattolica. Tutti sotto lo stesso tetto, ragazzi a piano terra, ragazze al primo piano, presso la colonia di don Alfonso Cannoletta a San Foca, che diventò poi con mons. Ruppi, il Regina Pacis. Proprio in quei giorni c'era il ritiro dei parroci a Roca, i quali nel tempo libero dei loro lavori venivano alla colonia col pretesto di salutarci, ma, in realtà, devo dire giustamente, a controllare come andassero le cose. Rimasero ammirati e lo riferirono a don Ugo De Blasi e al vescovo Minerva. Così ebbe inizio finalmente una intensa collaborazione tra i due rami giovanili dell’Azione cattolica e la coeducazione nella diocesi di Lecce e per questo un grazie particolare va rivolto soprattutto al carissimo don Gigi Fanciano.

Nel 1969 nasceva la “nuova” Azione cattolica grazie al nuovo Statuto voluto da Paolo VI e dal presidente Vittorio Bachelet. Finalmente i due rami furono unificati in un unico Settore giovani di Azione cattolica e ciò fu merito di quanti, come don Gigi, si erano adoperati, all’inizio davvero con coraggio, in questa direzione.

 

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