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Stasera anche la Chiesa di Lecce celebra la Veglia di Pentecoste, importante quanto la Veglia Pasquale, ma della quale sembra non si parli molto...

 

 

 

La Pentecoste (cinquantesimo giorno dopo la Pasqua) è una delle feste più importanti dell’anno liturgico: Luca negli Atti degli apostoli, al capitolo 2, racconta che cinquanta giorni dopo la resurrezione di Gesù, “mentre i discepoli erano riuniti nel compiersi del giorno di Pentecoste” (la festa ebraica, evidentemente), lo Spirito Santo scese su quel gruppo e li colmò di se stesso, ed essi cominciarono a parlare in lingue diverse così che tutti potevano comprenderli.

Nel cristianesimo la Pentecoste indica la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli, riuniti insieme nel Cenacolo a Gerusalemme.

Ma cosa avviene con la discesa dello Spirito Santo? E che valore ha la veglia di Pentecoste?

La veglia è tempo di attesa e di ascolto di qualcosa che è di grande valore, intensità, passione. Con la Pentecoste, la Pasqua arriva al compimento interiorizzando in noi la capacità vitale di diventare missionari del messaggio evangelico.

“Lo Spirito di Dio, dove entra, scaccia la paura; ci fa conoscere e sentire che siamo nelle mani di una Onnipotenza d’amore: qualunque cosa accada, il suo amore infinito non ci abbandona” (Benedetto XVI, Omelia di Pentecoste 2009).

Come tutti i tempi di ascolto richiede l’impegno ad aprirsi alle prospettive della fede cui la Parola chiama.

L’ascolto presuppone una conoscenza profonda di noi stessi e quella pace interiore che è fonte di libertà dai nostri condizionamenti per essere delle persone vere.

La propensione all’ascolto non è connaturata in noi, ma ad ascoltare s’impara gradatamente. Ci sono infatti vari livelli di ascolto: superando il primo che è quello conoscitivo e il secondo, che è quello emotivo, si arriva all’ultimo livello che è quello esistenziale di risposta alle nostre domande più profonde.  

Il tema dell’ascolto è tema centrale nella vita del cristiano, perché è il primo passo dell’accoglienza, e la condizione necessaria per stabilire relazioni significative.

Santa Teresina di Lisieux, nel giorno della sua cresima, disse: “Quale felicità sentivo nell’anima! Come gli apostoli, aspettavo esultante la visita dello Spirito Santo... [...]. Finalmente è arrivato il momento felice. Non ho sentito nessun vento impetuoso quando è disceso lo Spirito Santo, ma piuttosto quella fievole brezza il cui sussurro aveva ascoltato Elia sul monte Horeb”.

Per Papa Francesco il tempo prolungato di silenzio e di ascolto dello Spirito aiuta a capire il tempo presente. Andando oltre l’eccesso diagnostico di cui si parla tanto oggi e lo sguardo meramente sociologico, che rischia di guardare la realtà con una modalità apparentemente neutra ed asettica, l’autentico ascolto interiore ci ispira scelte di “discernimento evangelico”: è lo sguardo del discepolo missionario che “si nutre della luce e della forza dello Spirito Santo” (EG 50).

Stasera alle 20, dunque, in cattedrale la Veglia presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia (SCARICA IL SUSSIDIO) con la partecipazione dei rappresentanti delle Chiese cristiane che operano a Lecce verrà trasmessa in diretta sulla pagina Fb di Portalecce per la regia di Paolo Longo.

 

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