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Ieri mattina, la Chiesa di Lecce guidata dall’arcivescovo Michele Seccia in concelebrazione con numerosi sacerdoti, i confratelli di Cavallino e Padre Fabio Baldan, superiore provinciale dei Missionari Comboniani d’Italia, insieme a tantissimi fedeli amici, si è stretta nella celebrazione eucaristica “dell’ultimo viaggio” di Padre Gianni: il sacerdote, il padre, il fratello o semplicemente l’amico sempre pronto a farsi prossimo e capace di accarezzare il cuore di tutti.

 

 

 

Una celebrazione nel ricordo e come ha più volte sottolineato l’arcivescovo della gratitudine a Dio per avercelo donato. I canti nelle lingue tradizionali africane e le testimonianze, mai abbastanza per condividere il bene che ha fatto a ciascuno dei presenti e anche ai tanti assenti che, per varie ragioni, non hanno potuto esserci, hanno raccontato un dolore capace di vincere la tristezza nella consapevolezza che le prime parole che hanno accolto Padre Gianni sono state “Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 

L’offertorio ha visto i doni all’altare, insieme al pane e al vino, di tre dei tanti simboli che Padre Gianni spesso usava nelle sue catechesi ed omelie.

Il bastone della pioggia: bastone perché è l’icona del viaggio. Lui che nella sua vita missionaria ha viaggiato tanto, ha camminato tra la gente con i piedi e con il cuore e oggi continua il suo cammino nel viaggio più grande; il bastone perché è segno del suo sostegno nel Signore; la pioggia perché è simbolo di vita, perché la sua vita è stata feconda di umanità, di accoglienza, generosità e dono di sé.

Poi la sanza, uno strumento musicale perché la sua vita è stata caratterizzata dall’armonia: armonia con gli altri, armonia con se stesso, con il nostro Dio e con il Creato tutto.

Infine, la maschera africana dell’umana-unità, una maschera in cui più volti diventano uno, che rappresenta l’unione, la comunione, il dialogo e la fratellanza, cose che ci ricordano il suo temperamento ed il suo amore per la cultura africana.

Al termine della celebrazione un lungo applauso in una cornice di pianto africano, ha accompagnato il feretro di Padre Gianni che giungerà a Città di Castello, sua città natale, dove verrà tumulato con i suoi cari.

 

 

 

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