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Morte e distruzione scandiscono il tempo che passa, lasciando lungo il suo percorso che la sofferenza umana urli l’assurdità di una guerra che Papa Francesco, con espressioni forti, ha definito “disumana e sacrilega”.

 

 

 

Il suo messaggio è stato fermo e deciso: “Tanti nonni, ammalati e poveri, separati dai propri familiari, tanti bambini e persone fragili restano a morire sotto le bombe, senza poter ricevere aiuto e senza trovare sicurezza nemmeno nei rifugi antiaerei. Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia! Non dimentichiamo: è una crudeltà, disumana e sacrilega!”.

C’è una morte fisica e c’è una morte interiore, cioè il crollo delle coscienze, ormai stanche di questo tempo e di quanto accade. Sono stanchi i bambini. Infatti, sovente, mentre sono attenti ai loro giochi, all’improvviso lasciano tutto e corrono tra le braccia della propria madre per chiedere solo una cosa: “Mamma quando andiamo a casa?”. Come dire a quel figlio che la casa non c’è più, che forse non ci sarà più un padre ad attendere e che ciò che è rimasto di importante della loro vita è solo quell’abbraccio della madre, che nessuno potrà mai togliere all’affetto di un bambino.

Storie di tante morti interiori che hanno difficoltà a credere nella rinascita e nel ritorno alla normalità, perché l’eco dei bombardamenti e della violenza abbatte le distanze ed arriva ancora nelle coscienze di chi fugge verso luoghi di serenità, per proteggere ciò che è rimasto della propria famiglia. Dando accoglienza bisogna affrontare il tempo e lo scoraggiamento, che sono malesseri che fanno stare male. I volti di queste donne e bambini, e tra loro anche qualche anziano, si aggrappano con speranza a chi li accoglie, per implorare il dono di una soluzione, per chiedere cosa accadrà di loro, per ascoltare una voce che trasmetta loro speranza ed indica un itinerario di rinascita. Sono questi i momenti nei quali si piange con loro e si avverte nel cuore un misto tra rabbia per quanto avviene ed implorazione al Dio della pace, perché infranga l’egoismo di chi ha causato tutto questo. L’accoglienza è anche tempo di preghiera, perché nel silenzioso incontro con il buon Dio scorrono i volti dell’esodo ed al Lui non si può non parlare di questo popolo e invocare la grazia di una soluzione. È una preghiera sofferta, che il Dio della pace e dell’amore comprende ed accoglie. È una preghiera che continua nelle notti insonni, perché l’accoglienza è anche sofferenza per il dilagare di tanta ingiustizia, dinanzi alla quale non si può rimanere indifferenti…

NOTIZIARIO DALLA MOLDAVIA

Nei giorni scorsi sono giunti i responsabili dell’associazione “Cancro primo aiuto onlus” di Monza. Visitando un gruppo di rifugiati, hanno offerto la propria disponibilità a sostenere quanti necessitano in Italia di una idonea assistenza sanitaria. Erano presenti l’Ambasciatore d’Italia in Moldavia, Lorenzo Tomassoni, il consigliere regionale della Lombardia Marco Colombo e don Cesare Lodeserto in rappresentanza della diocesi di Chisinau e della Fondazione Regina Pacis.

La collaborazione con la onlus monzese permetterà ai rifugiati con gravi patologie di essere assistiti in Italia. Nella stessa giornata è anche partita dal centro di accoglienza di Chisinau per un ospedale specializzato italiano, una famiglia con due figli malati di leucemia.

 

Forum Famiglie Puglia