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Ogni anno, il 17 gennaio, alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, si celebra la Giornata del dialogo tra ebrei e cristiani.

 

 

 

Quest’anno non è stato possibile rispettare a Lecce quella data per problemi legati alla situazione sanitaria che stiamo vivendo, per questo motivo abbiamo deciso di offrire alla comunità ecclesiale una riflessione a due voci (GUARDA) sul tema di quest’anno alla fine della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani in un giorno ugualmente importante per il mondo ebraico che è il Giorno della memoria.

Il popolo di Israele è sempre stato il battistrada nel rapporto fra l’uomo e Dio e, come ogni fratello maggiore, può diventare un modello per chi segue.

Il tema che quest’anno è stato scelto dalla commissione è preso dal capitolo 29 di Geremia, da quella pagina che è conosciuta come “la lettera ai deportati” in cui profeta non illude il popolo promettendo un immediato ritorno da Babilonia, ma aiuta gli israeliti a vivere il tempo dell’esilio come un tempo opportuno per riscoprire un modo nuovo di entrare in rapporto con il suo Signore.

È una buona opportunità anche per noi, che per la pandemia siamo costretti ad un “esilio” dalle nostre consuetudini religiose, a scoprire, come ha fatto il popolo di Dio, una nuova intimità con Lui per mezzo della sua Parola.

*delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

 

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