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“Appassionatevi alla verità!” ha raccomandato mons. Giuseppe Favale domenica scorsa durante la celebrazione per il Giubileo oronziano in cattedrale a Lecce, dedicato ai giornalisti.

 

 

 

In questo tempo di avvio al Sinodo, l’ascolto organizzato nelle chiese diventa fondamento e sintesi di una comunicazione e informazione che siano autentica condivisione e partecipazione.

Il cammino sinodale avviato nel 2021 si innesta nelle scelte pastorali fatte già a partire dai Convegni della Chiesa italiana di Verona e di Firenze: si sperimenta uno stile completamente rinnovato per una Chiesa che sappia leggere la realtà.

Ogni essere vivente nasce come essere comunicante: se anche ci chiudessimo in una torre per rimanere soli, comunicheremmo di non voler comunicare.

“Ascoltate!” è l’invito di Papa Francesco per la 56° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Il punto esclamativo e la essenzialità comunicano più di tante parole.

La spiritualità dell’ascolto nasce dalla capacità di non voltarsi dall’altra parte, chiudendosi al nuovo e all’imprevisto e arroccandosi su schemi già consolidati e rassicuranti.

Si tratta di “un impegno che costa sacrificio, perché porta a rinunciare al narcisismo dell’erudizione fine a se stessa”, come scrive il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei Vincenzo Corrado.

Il compito e la responsabilità del comunicatore cattolico, e i giornalisti fanno della loro cifra proprio l’ascolto e la comunicazione, sono quelli di spingersi oltre la percezione scontata che deriva inizialmente dalla ‘consultazione’ dell’altro.

Nei documenti sinodali si chiede di consultare il popolo di Dio partendo dalla base. Ma del Sinodo non rimarranno i documenti relativi ai contributi delle diverse diocesi, bensì l’esperienza di ascolto e condivisione che sappia penetrare il vissuto dell’altro per farlo proprio.

 

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