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Con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia presso la chiesa di Sant’Oronzo fuori le mura, si è rinnovata domenica scorsa, 24 ottobre, la tradizionale festa del Patrocinio di Sant’Oronzo, fissata per la penultima domenica del mese.

 

 

 

Secondo la testimonianza di mons. Sante De Sanctis, tale festa fu stabilita per ricordare la liberazione da un terremoto avvenuto il 12 ottobre 1856 e aveva il seguente programma:

Dalla Cattedrale prendono l’urna in cui è riposta l’effigie del teschio del protomartire nostro, teschio che conservavasi da remotissimi tempi nella Cappella di fuori, e processionalmente si avviano al luogo del martirio. Una intera giornata solennizzano al devoto monumento. Nel dì che succede, sull’imbrunir della sera, viene accolta e ricevuta da tutto il paese nelle sue autorità, nel suo clero, nel suo popolo l’urna benedetta, e condotta fra gli osanna festosi per le principali vie della città, viene ricollocata sull’altare del santo nel nostro Duomo” (I Martiri salentini Oronzo Giusto e Fortunato, Lecce 1871, p. 245).

Tale svolgimento della festa è durato fino al 1955, quando - a detta di mons. Oronzo De Simone - il vescovo Francesco Minerva vietò di portare l’urna in processione e la fece rimuovere dall’altare del duomo poiché il predicatore invitato per la festa di quell’anno ne parlò come fosse la vera testa del santo!

Sono, però, continuati i pellegrinaggi al santuario. Anzi, scriveva mons. Luigi Protopapa nel 1972: “Al presente si svolgono pellegrinaggi parrocchiali nel Triduo precedente la Festa del Martirio che cade nella penultima Domenica di Ottobre. Tale pratica è stata iniziata nel 1943 durante l’ultimo conflitto bellico. Dalla S. Sede fu ottenuto l’indulto delle Indulgenze Plenarie per i Pellegrini” (S. Oronzo nella tradizione leccese, Lecce 1972, p. 48).

Anche ai nostri giorni, per la sollecitudine di don Maurizio Ciccarese, parroco del Cuore Immacolato di Maria e rettore del santuario, è stata portata avanti la tradizione del pellegrinaggio al santuario, interrotta solo in questi ultimi due anni a causa della pandemia.

L’auspicio è che questa tradizione possa continuare nel tempo non solo per trasmettere a coloro che verranno dopo di noi un ricordo storico, ma soprattutto quella fede che l’ha fatta sorgere.

*coordinatore del comitato per il Giubileo Oronziano

 

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