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In passato avevamo già scritto, sulle pagine di questa nostra rubrica, del profondo amore che unisce il piccolo comune di Botrugno, nell'arcidiocesi di Otranto, alla figura del martire leccese (CLICCA QUI ), proponendo altresì una panoramica dell'iconografia oronziana del posto (CLICCA QUI ) e presentando l'interessante volume dedicato al santo dallo studioso Andrea Bello (CLICCA QUI).

 

 

Nelle prossime settimane Botrugno tornerà al centro dello scenario oronziano con un'importantissima iniziativa volta a riunire tutti i luoghi della regione legati al culto del protovescovo appulo. L'evento, fortemente voluto dal sindaco botrugnese Silvano Macculi e concretizzatosi grazie alla tenacia di Renato Di Gregorio e Giuseppe Semeraro, mira ad abbracciare i comuni di Lecce, Ostuni, Turi, Diso, Surbo, Vernole, Caprarica, Campi Salentina e Muro Leccese costituendo una vera Associazione delle Città Oronziane volta a far nascere un itinerario religioso, culturale e turistico dedicato al santo.

La data prescelta, il 20 febbraio, risulta poi oltremodo significativa perchè ricorda la salvezza del Salento dal terribile terremoto del 20 febbraio 1743. Una data recepita dal calendario liturgico locale come Memoria del Patrocinio di Sant'Oronzo ed ancora oggi festeggiata a Botrugno (lo era anche a Lecce almeno sino agli anni '70 (CLICCA QUI ).

L'incontro vedrà la presenza anche dell'arciprete turese don Giovanni Amodio, accolto dalla locale parrocchia dello Spirito Santo, guidata da don Angelo Pede. Come ricorda la testata Il Paese i vincoli di fraternità oronziana tra Botrugno e Turi sono sempre stati saldi. Già nel 2008 i due comuni avevano sottoscritto un primo gemellaggio.

 

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