Si è svolto ieri mattina nella cattedrale di Lecce il Giubileo oronziano dedicato ai giornalisti e a tutti gli operatori della comunicazione, alla vigilia della loro festa: oggi si festeggia il patrono San Francesco di Sales.
San Francesco di Sales e Sant'Oronzo due testimoni di fedeltà alla Parola e alla verità autentica. Ne consegue proprio da qui il significato di questo evento dedicato ai giornalisti i quali hanno la responsabilità di una comunicazione accurata, puntuale e fondata dinanzi al fenomeno delle fake news che ci obbliga alla ricerca di una verità sovente 'perduta'.
L'arcivescovo Michele Seccia ha accolto i giornalisti nella cappella dell'antico seminario e attraversando poi insieme la Porta Santa della cattedrale ci si è riuniti per la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, recentemente nominato segretario della conferenza episcopale pugliese.
Dall'altare della cattedrale mons. Seccia ha auspicato alla stampa che «il servizio d'informazione sia rivolto sempre al bene comune, garantendone sempre la verità anche quando potrebbe generare sofferenza». E da qui l'invito «ad essere appassionatamente testimoni di fede, testimoni della Parola, nella vita quotidiana proprio attraverso l'impegno responsabile della comunicazione».
Durante l'omelia mons. Favale (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) ha ricordato la figura di Sant'Oronzo che, pur tenendo conto delle incertezze delle fonti storiche, ha vissuto, è stato 'afferrato' dalla Parola, confermando la sua dedizione alla causa del Vangelo: «Uomo della Parola, cercatore della verità, rimanendone fedele anche a costo della vita. Ha servito la verità, l'ha condivisa, senza mai scendere ai compromessi della menzogna». E da qui l'invito rivolto ai giornalisti presenti: «Siate cercatori della verità sull'esempio dell'evangelista Luca - come dall'ascolto della Parola domenicale - attraverso una ricerca appurata su ogni circostanza sin dagli inizi, scrivendone un resoconto ordinato per garantire la solidità degli insegnamenti trasmessi, in quanto i fatti, le parole, la cronaca di oggi saranno la storia di domani». Una raccomandazione che si cristallizza nell'augurio finale che mons. Favale ha rivolto a tutti gli operatori della comunicazione: «Siate amici della verità, non svendete la vostra intelligenza e professionalità per chiacchiere o fake news. Non fermatevi allo scoop ma appassionatevi della verità. Siate costruttori di un futuro migliore, guidati da una coscienza rettamente fondata!».
Racconto per immagini di Arturo Caprioli