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La notizia delle dimissioni del Ministro dell’istruzione, università e ricerca, Fioramonti, oltre a rappresentare una pratica scarsamente adottata nel nostro Paese, gli rende onore, per la coerenza che ha dimostrato.

In attesa di conoscere il nome del suo successore, giunti alla conclusione di un altro anno, si impone una seria riflessione sulle sorti della scuola nel nostro Paese.

I dati, recentemente pubblicati, dell’indagine Ocse/Pisa, hanno impietosamente rilevato che solo uno studente quindicenne su venti in Italia, “comprende ciò che legge”, che rivoltando la frittata, significa che diciannove su venti non comprendono ciò che leggono.

Va condotta dunque una seria analisi del sistema scolastico italiano, fin dai fondamentali. E nei fondamentali, ad esempio, c’è che da una scuola per pochi, in cinquanta anni, si è trasformata in una scuola per tutti, senza riprogettare il suo modello organizzativo ed adottando pochissime nuove pratiche didattiche.

A fronte di scuole di eccellenza, ce ne sono altre che non funzionano. La famosa macchia di leopardo!

Non andrà forse aggiornata la mission della scuola per il XXI° secolo? In un contesto globale, le future generazioni, oltre che istruite, non andranno anche educate a vivere con gli altri? I docenti, risorsa fondamentale del sistema scolastico, come andranno formati e selezionati, dopo anni di assunzioni “ope legis”?

Le risorse finanziarie sono veramente insufficienti o anche male utilizzate? Come motivare gli studenti ad un apprendimento interattivo, ma teoricamente fondato, per un contesto lavorativo in continuo e velocissimo mutamento?

Le nuove tecnologie multimediali, senza eccessive ubriacature, riusciranno ad evidenziare il loro potenziale didattico, per sottrarre gli studenti all’azione spesso diseducativa di ambienti virtuali come i social?

A questa serie di domande ed alle molte altre che si potrebbero avanzare, occorrerà dare risposte, in tempi rapidissimi, se non vogliamo assistere ad un inarrestabile declino del nostro Paese.

È stato scritto che “un Paese non può essere ricco e stupido per più di una generazione”! E il nostro Paese non è nemmeno ricco!

 

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