0
0
0
s2sdefault

Le tragiche vicende della guerra in Ucraina ci inducono a pensare che, poiché l’uomo è sempre lo stesso, le vicende della storia, pur nel mutamento dei tempi e delle situazioni, tendono a ripetersi. Un esempio per tutti: la guerra del grano.

 

 

 

Al di là di ogni narrazione, più o meno credibile, il grano, da molte migliaia di anni, rappresenta l’obiettivo delle guerre.

Questo avveniva già nelle terre fertili della Mesopotamia ed era anche un obiettivo dell’epica contesa tra Sparta e Atene.

Ai soldati dell’esercito austro-ungarico, alla vigilia della battaglia che nel giugno del 1918 ne decretò la sconfitta, veniva detto chiaramente che, al di là delle trincee italiane, c’erano i campi fertili delle pianure lombardo-venete, dove il grano, ormai maturo, avrebbe sfamato le armate, ma anche le famiglie, ridotte alla fame.

In tutto il medioevo ricorrono episodi che confermano queste considerazioni, dato che la coltivazione dei cereali risale ad oltre dieci mila anni fa, consentendo una costante crescita demografica, ma condannando i popoli coltivatori ad una sedentarietà che li rendeva poi più vulnerabili agli attacchi esterni.

Ed oggi lo scontro tra Occidente e Federazione Russa non si gioca forse tutto su basi economiche?

Gli approvvigionamenti di petrolio e gas, di cui l’Occidente ha bisogno, vengono negati, come ricatto, alle sanzioni economiche nei confronti della stessa Russia, che finiscono per indebolire le stese economie occidentali.

Il grano sottratto nei depositi ucraini crea già problemi di sopravvivenza per i Paesi in via di sviluppo.

C’è però un insegnamento che ci giunge da molte vicende storiche di tal genere: gli aggressori molto raramente riescono ad affrontare le difficoltà che discendono dalle aggressioni stesse e spesso ne escono sconfitti.

C’è una vicenda storica che prelude all’attuale situazione del conflitto russo-ucraino e che quasi mai viene ricordata.

I russi distrussero Kiev nel 1240, ma subirono una sottomissione a distanza che durò fino al 1389, quando riconquistarono la propria indipendenza.

C’è un altro precedente storico al quale bisogna guardare.

Quando Stalin decise la collettivizzazione delle terre, per vincere le resistenze dei contadini, che gli si opponevano, giunse a sottrarre agli abitanti delle campagne le ultime scorte alimentari.

Come dunque non pensare che l’attuale campagna di annientamento dell’identità ucraina abbia un indiscusso retroterra storico?

Per i cristiani non resta che ricordare e sperare nelle parole del salmista: “Se il Signore non protegge la città, invano veglia la sentinella”.

 

Forum Famiglie Puglia