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Non è atmosfera natalizia leccese senza i versi, i sospiri, le preci e poi i moti del cuore suscitati dagli auguri di don Franco Lupo.

È la sorpresa in un video (impossibilitato ad intervenire di persona per la fragilità che porta con sé la veneranda età) girato da Portalecce nella camera dove il prete-poeta trascorre le sue lunghe giornate srotolando corone del rosario,  inebriando lo spirito con la liturgia delle ore e cibandosi quotidianamente del Pane di vita che i suoi confratelli - atto di carità e di servizio alla comunione -.

È un personale regalo che don Franco ha voluto riservare ieri all'arcivescovo Michele Seccia e ai suoi confratelli presbiteri riuniti in assemblea per scambiarsi l'augurio di buone feste e di buon lavoro, essendo i sacerdoti ancor più impegnati nei prossimi giorni per il rincorrersi delle liturgie e degli eventi dalla vigilia di Natale fino a Capodanno e anche oltre.

Una lezione di teologia nelle parole di don Franco. Dal senso vero di quella notte a Betlemme che è profezia di giorni drammatici e allo stesso tempo salvifici (Nu giurnu ddhu piccinnu an cruce à scire/pe tutti li cristiani à scì murire) fino alla devozione per la 'famiglia' presbiterale, modello di comunione che ha come fulcro e nucleo fondante il vescovo, “insonne e mite pastore”.

E poi le odi a Maria, “donna del Natale, espressione meravigliosa delle donne del sud, delle nostre mamme”. Straordinario il riferimento alle tabacchine e alle donne al servizio delle famiglie più ricche.

E l'amore per “quel bambino che ci ha amato alla follia e che per noi è tutto”.

 

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