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Quasi in contemporanea a quelle degli uomini si alzavano le voci argentine delle donne, provenienti dalla campagna.

Proponevano: recotta frisca ci ole la recotta, ricotta fresca chi vuole la ricotta; fogghe mmuddrate ci ole fogghezzanguni ci ole zzangunicecore, reste le cecore, letteralmente foglie bagnate chi vuole le foglie (intendendo le cicorie agresti)… crespigni chi vuole crespigni… cicorie, agresti le cicorie… all’oe frische all’oe, alle uova fresche alle uova.

Le venditrici raggiungevano la città a piedi o in bicicletta, tenendo appeso al manubrio un paniere colmo di uova fresche; dopo avere rifornito occasionali o abituali acquirenti (salumerie, pasticcerie, etc.), sostavano nei pressi di uno degli ingressi del mercato coperto (situato su un lato del castello Carlo V), stazionandovi fino ad una certa ora e rimanendo per tutto il tempo in piedi.

Vi era, inoltre, chi proponeva la frutta coltivata nel proprio giardino, attirando l’interesse degli acquirenti con una semplice espressione del tipo: na, na, com’e’ bianca l’ua, ecco, ecco, com’è bianca l’uva.

Per approfondimenti: R. Barletta, Ci tene arte tene parte, Grifo, Lecce 2011

 

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