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Quando gli indumenti e gli accessori non si gettavano come si fa oggi, si scambiavano con altra merce o, addirittura, si vendevano.

Per esempio, le scarpe vecchie, benché sfruttate fino all’inverosimile, erano particolarmente richieste da lu pezzaru, un uomo di per sé cencioso, impropriamente definito straccivendolo in quanto gli stracci li comprava, non li vendeva. Attirava l’attenzione di chi voleva disfarsi dei sopraccitati indumenti comprese le scarpe logore e sfondate, con un ritornello a volte petulante: pezze ecchie, scarpe ecchie te indere!, pezze vecchie, scarpe vecchie da vendere!

Per approfondimenti:

  1. Barletta, Ci tene arte tene parte, Grifo, Lecce 2011

 

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