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Ieri nel’Aula Riunioni della Direzione Sanitaria del ‘ Vito Fazzi’ di Lecce il Fondo di solidarietà permanente associazionene Cuori e mani aperte verso chi soffre Onlus, dopo una conferenza stampa di presentazione, ha tenuto la cerimonia di consegna della colorazione della sala prelievi.

Sono intervenuti mons. Michele Seccia, arcivescovo Metropolita di Lecce,  il dott. Ottavio Narracci, direttore Generale ASL di Lecce, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, il primario del Laboratorio di analisi dott. Giambattista Lobreglio, il direttore responsabile del reparto di Pediatria Pietro Caprio, il cappellano don Gianni Mattia alla presenza di volontari e operatori dell’ospedale.

 In attesa di avere il polo pediatrico, che nascerà presto a Lecce, un vivo ringraziamento è stato rivolto a chi si è prodigato per i lavori e a quanti li hanno sostenuto. “Nel 40mo anniversario di fondazione del Servizio Sanitario Nazionale - ha detto Narracci - un particolare rilievo è da tributare all’unione, al consenso e all’integrazione con la società,  che si esprime attraverso le sue componenti più vitali e vivaci: la babyambulanza e la base organizzativa radicata e seria che si avvale dell’aiuto importante del volontariato, ma che deve primariamente basarsi sulle sue forze, in termini di appropriatezza, per garantire sempre il bene per  gli assistiti.  Il polo pediatrico è l’espressione di processi d’integrazione e la possibilità che i bambini siano accolti in un’area , dove non esistono muri tra discipline, saperi e competenze, ma al centro è il bambino. Siamo già in questa filosofia e tutti gli interventi strutturali servono a rendere visibile e friubile quest’integrazione. Oggi possiamo offrire ai nostri piccoli pazienti una sala dove un momento traumatico come il prelievo può essere lenito e diventare quasi di gioco. Sono, questi, pertanto, momenti di gioia, che continueranno, nella certezza che la generosità non avrà mai fine. Il cuore e le mani sono sempre più aperte per ricevere e per dare”.

Il dott. Lobreglio ha affermato: “Lì dentro sembra di stare in un acquario. Non in tantum iubet renovare dolorem, come ricordava Enea per la sofferenza dell’assedio di Troia,  ma fare prelievi in quell’ambiente con quel flash multicolore farà  distogliere i bambini dall’evento . Anche il pesce può rammentare che quando il bambino vedrà la sala rimarrà muto come un pesce. Rabindranath Tagore, poeta e filosofo bengalese premio Nobel, 1913 diceva: “Ogni bambino ci porta il messaggio che Dio non si è ancora del tutto scoraggiato dell’uomo”. Con queste piccole azioni - ha concluso il primario - dimostriamo che non aveva torto”.

Il sindaco Salvemini, dal suo canto, ha espresso sincera gratitudine per quanto realizzato dalla collaborazione tra i servizi pubblici e quelli di volontariato. “Le mani sono aperte verso la città”non solo verso chi soffre. Una frase di Flaubert - ha detto - sintetizza la vicinanza della città all’Associazione : “Il cuore è una ricchezza che non si vende e non compra, ma si dona”

“Non so come definire questa giornata - ha esordito don Gianni - se come l’ennesimo grande sogno che si realizza o l’inizio di un ennesimo grande sogno attraverso il quale si potranno raggiungere nuovi ed importanto traguardi… Non  può che essere la mano di Dio ad unirci ed a farci affrontare tutti i sacrifici e l’impegno che profondiamo per raggiungere tali risultati”. Dai 405 clown ai 15 autisti della bimbulanza ai 20 del gruppo ‘Carità e preghiera’ che hanno prestato attenzione ad umanizzare gli ambienti  di cura. L’ospedalizzazione di un minore è un evento traumatico, perché strappa il bambino dalla routine quotidiana fatta di scuola, compagni, impegni extra- scolastici e lo conduce in una realtà nuova, fredda, cui si aggiungono le ansie e le preoccupazioni dei genitori. Il prelievo del sangue per un minore si accompagna, spesso, a paura e diviene motivo di stress, pianto, rifiuto di collaborare con il personale infermieristico e medico. I  genitori non sanno come tranquillizzare i piccoli. Affrontare l’aspetto psicologico non è semplice neppure per gli operatori che ogni giorno devono effettuare prelievi ai bambini e gestire situazioni tecnico-relazionali. Per rendere più rapide le operazioni, specie per i piccoli che hanno bisogno di cure costanti, è necessaria un’accoglienza calorosa. Ecco che un acquario pieno di pesci, delfini e amici può favorire la distenzione e catapultarli in una dimensione ludica. Il realizzatore è Silvio Irilli, che col progetto “Ospedali dipinti” ha colorato reparti di pediatria, radioterapia, oncologia in Italia. Oggi la sala prelievi prende il nome di “Prelievi di tenerezza”, per  rendere il momento del prelievo un istante di tenerezza. “Non sia il dolore l’ultimo ricordo, ma il colore”.

Mons. Seccia ha concluso la serie degli interventi dicendosi “orgoglioso di esserci, testimone di tutto questo amore operoso, concreto, colorato come il volto di don Gianni, che dà allegria, serenità. Specie quando tutto riguarda i bambini. “Grazie a voi che lo sostenete, grazie a te, don Gianni che devi continuare ad operare così. Se c’è serenità c’è pace interiore anche se occorre stringere i denti, perché tante mani accarezzano, abbracciano e mentre i piccoli cominciano a piangere si vede già che è finito il dolore”.

 

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