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La parrocchia Santa Maria delle Grazie di Squinzano continua a dimostrarsi ricca di talenti che devono in parte la loro formazione alle attività parrocchiali in cui i ragazzi si sono sempre spesi.

Paola Isceri, consigliera GiFra che attualmente sta terminando gli studi in Cina, ha iniziato il suo percorso nella gioventù francescana dieci anni fa, nel pieno della fase adolescenziale in cui “avevo il desiderio di trovare qualcosa di più profondo, che andasse oltre la quotidianità. All’epoca mio fratello faceva parte di questo gruppo in cui ci si incontrava soprattutto per attività ludiche e io ho iniziato ad avvicinarmi convinta che avrei potuto trovare lì anche quella spiritualità di cui avevo bisogno in quel momento. Tutto questo accadeva in estate - racconta Paola -  e i ragazzi erano in procinto di partire per Assisi, mi chiesero di unirmi a loro e accettai ben volentieri. È stato questo il mio inizio e da lì il mio interesse per la GiFra è cresciuto insieme alla mia maturità. Sicuramente non sarei la persona che sono ora se non avessi fatto parte della fraternità. Il mio percorso è stato costituito un’ora alla settimana di riflessione, utile per curare la propria parte spirituale, e poi tantissime esperienze significative come i campi estivi, il tempo trascorso portando sollievo agli ammalati e agli anziani; lo considero un percorso a 360 gradi da un punto di vista umano e spirituale.”

“Per questo percorso ringrazierei - confida Paola - a parte il Signore, chi ha deciso di prendersi cura all’epoca dei ragazzi, Emanuele Perlangeli, Maria Rosaria e i vari frati che si sono susseguiti e che ci hanno sempre fatto sentire la loro presenza. Per coltivare qualcosa il primo passo è essere presenti e gli animatori dell’epoca mi hanno aiutata a crescere e a farmi scoprire la bellezza sia dei momenti ludici che dei sacrifici che si fanno per realizzare qualcosa di bello, profondo e vero.”

“Ai ragazzi che fanno parte adesso della Gifra - conclude Paola - consiglio di impegnarsi a prendersi cura gli uni degli altri, imparando a sviluppare l’empatia nei confronti del prossimo. I ragazzi devono apprendere anche a cercare la propria spiritualità senza affidarsi in maniera esclusiva alle persone che li guidano. Mi rendo conto che questo sia un discorso difficile per chi cerca dei punti di riferimento, ma è giusto che imparino a camminare sulle proprie gambe e che si considerino loro fraternità”.

 

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