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La signora Luigia Valzano, da tutti conosciuta come nonna Picia, è nata a Novoli il 27 gennaio 1912. Lei c’era quando, nei primi del ‘900, le donne lottarono per la rivendicazione e la conquista dei diritti femminili e fu istituita la festa dell’8 marzo. Ed è per questo che, dall’alto dei suoi 107 anni, oggi si adira quando pensa alla superficialità con cui molte ragazze festeggiano questa ricorrenza o vivono con malcontento il loro quotidiano. E, detto da lei, che ha vissuto il tempo della guerra e della fame, non possiamo che crederle.

 

Nonna Picia come è stato il tuo essere donna, moglie e madre?

Ho avuto un buon marito che mi ha dato in dono tre figli: una femmina Ada, la primogenita, e dopo due maschi, Antonio e Stelvio. Non era semplice essere madre in quei tempi: mio marito è stato in guerra prima e prigioniero in Libano poi, per circa un anno. Spesso ero sola in casa con dei bambini molto piccoli. Aspettavo ogni giorno il suo ritorno e cosi è stato. Una mattina me lo sono ritrovato in casa e non ci siamo più lasciati. È stato il mio unico uomo.

 

Sei stata una donna lavoratrice? Che lavoro svolgevi?

Ho sempre lavorato. Ho fatto il fattore: portavo le ragazze in campagna con il traino mentre il proprietario veniva per conto suo, non saliva con noi donne. Facevamo di tutto, dalla vendemmia alla raccolta delle olive. Nel periodo precedente alla festa di sant’Antonio abate preparavamo anche qualche fascio per la costruzione della focara.  

Al tempo della guerra come vivevate le vostre giornate?

Di giorno restavamo in casa e di notte andavamo in campagna a lavorare perché avevamo paura delle bombe. Alla messa quotidiana non rinunciavo mai. Mi recavo alle prime luci dell’alba, anche alle quattro del mattino, insieme alle altre donne del paese.

 

Nonna Picia può essere definita come una “donna di altri tempi”: è stata lavoratrice, moglie e madre in un tempo in cui, già il solo essere donna era motivo di fragilità e debolezza. Le diciamo, oggi, grazie, perché con la sua forza e determinazione, ha contribuito alla realizzazione di una società più equa e meno discriminante.    

 

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