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In questi giorni è vivo il confronto relativo all'opportunità di collocare dei distributori automatici di cannabis in dosi considerate legali, vicino alle scuole. Alcuni genitori hanno fatto sentire la propria voce contestando fortemente l'iniziativa.

Questo ci porta inevitabilmente a riflettere sull'uso delle sostanze stupefacenti tra i giovani. Bisogna considerare un dato di realtà, ossia che l'uso di cannabis è veramente molto diffuso, non solo tra i giovani ma anche tra gli adulti che vivono al sud, come dimostrano i risultati delle ultime statistiche promosse dalla Fondazione Foresta, nell’ambito del progetto di prevenzione andrologica DiGit-pro. Accade che i giovani la fumino con l’approvazione tacita dei genitori, che ne sono spesso al corrente.

Questo ci riporta alla considerazione che vi è un profondo mutamento dei ruoli e dei valori nella società moderna, tra quelli trasmessi in famiglia, dalla società e dalla scuola.

In realtà il problema non è solo nell'uso di cannabis light poiché la marijuana, come i videogiochi violenti, le slot machines o qualsiasi altra pratica tendenzialmente pericolosa per i giovanissimi, dipende dal “valore di vita” che le si dà, dal senso della vita che la società oggi trasmette.

Un mio bravo professore diceva: “posso utilizzare la forza della gravità per divertirmi a volare o per scaraventarmi dall’alto con tendenze suicide. La differenza la fa solo la mia intenzione!”.

Secondo la Gestalt, la prima regola della vicinanza afferma che: “Gli elementi vengono uniti in forme con tanta maggior coesione quanto maggiore è la loro vicinanza”. Di conseguenza, il cervello lega elementi in stretta relazione tra loro.

Queste macchinette che distribuiscono cannabis light sono state poste vicino ad una scuola e questo ci porta a riflettere sull'importanza educativa che la scuola ha e fare di conseguenza una piccola analisi sul ruolo che la stessa dovrebbe avere in questo periodo di grande transizione. Un tempo si delegava alla scuola l’educazione scolastica ma non l’educazione alla vita, che rimaneva il principale compito della famiglia. Oggi, invece, alla scuola si delega quasi tutto: educazione, affettività, tempo libero.

Il confine scuola-famiglia, diventato liquido, pone diversi quesiti; uno dei più importanti è : di quale responsabilità  può essere realmente investita la scuola e quale la famiglia? È proprio da qui che bisogna ripartire; rendere esplicito ciò che è implicito, anche all’interno delle nostre famiglie, per una migliore negoziazione dei vari ruoli dei diversi attori all’interno della nostra società. Il cambiamento della società, troppo repentino da più punti di vista (evoluzione del mercato del lavoro, dell'uso della tecnologia) ha modificato l’architettura delle relazioni umane.

Viviamo in piena fase di cambiamento e sperimentazione. Come si può essere un genitore efficace in questo contesto storico così complesso? A fare il genitore si è sempre imparato strada facendo, man mano che i figli crescevano, ma forse oggi questo non basta più.

Occorre sostenere la famiglia in un momento di sua grande fragilità. A tal fine il Consultorio Diocesano “La Famiglia” realizza dei percorsi per genitori, fruibili da tutti, che intendono sostenere il loro gravoso compito nell'educare le nostre nuove e giovani generazioni.

* Psicologa, operatrice del Consultorio Diocesano “La Famiglia”

 

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