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Nella cattedrale di San Martino a Bratislava, durante l’incontro con i vescovi ed il clero della Slovacchia, Papa Francesco ha voluto toccare un argomento che gli sta particolarmente a cuore: “Qualcuno mi ha detto, che nell’enciclica Evangeliun Gaudium mi sono soffermato troppo sull’omelia, che non è un sacramento, ma un sacramentale; non è una predica, è un’altra cosa”.

 

 

 

“Pensiamo ai fedeli che devono sentire omelie di 50 minuti su argomenti che non capiscono, che non li toccano”, l’invito: “Lo dico a sacerdoti e vescovi: pensate bene a come preparare l’omelia, perché ci sia un contatto con la gente, e che prenda ispirazione da un testo biblico. Non deve andare oltre i 10 minuti, perché la gente dopo 8 minuti perde l’attenzione. Un professore di omiletica diceva che un’omelia deve avere una coerenza interna: un’idea, un’immagine e un affetto”.

“Che la gente se ne vada con un’idea, con un’immagine e con qualcosa che si è mosso nel cuore”, l’esortazione del Papa: “Così predicava Gesù, con le cose concrete ma che la gente capiva”. Le parole del Santo Padre sono state salutate da un caloroso applauso dei presenti. E il Papa ha scherzato, sempre a braccio: “Permettetemi una malignità: l’applauso lo hanno cominciato le suore, che sono le vittime delle nostre omelie”.

Il prof Adriano Zanacchi, qualche anno fa pubblicò un libro: “Salviamo l’omelia”. Nel libro si sottolineano punti essenziali, ripresi anche da Papa Francesco.

Predicare con gioia, la scelta tematica, incipt accattivante per mantenere viva l’attenzione, e una buona conclusione: il finale ad effetto.

Oggi, parlare di immagine è di moda, ma anche l'identità fisica che non fa riferimento solamente al corpo dell'oratore, ma anche al suo modo di apparire, hanno una grande importanza.

Bisogna dare attenzione ai fattori espressi: il tono della voce, lo sguardo, ma ciò che è fondamentale è la sintonia con i destinatari, la sensibilità nel far leva sui loro sentimenti, attese ed emozioni.

In occasione della 71ma Settimana liturgica nazionale, Papa Francesco attraverso il Segretario di Stato il card. Parolin, ha inviato un importante messaggio al presidente del centro di azione liturgica, invitando i sacerdoti a ritrovare quella armonica integrazione nella vita parrocchiale, e nella vita liturgica, recuperando la centralità della fede nella spiritualità del popolo. Anche con una bella omelia.

 

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