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Con il termine “attaccamento”, lo psicologo J. Bowlby definì un legame emotivamente significativo che si instaura tra il bambino e la sua figura di accudimento, solitamente la madre, nei primi anni di vita. L’attaccamento si manifesta sulla base di scambi interattivi reciproci tra la madre ed il bambino e sotto forma di comportamenti rivolti alla ricerca di prossimità con essa quali il sorriso, l’aggrapparsi, l’attenzione visiva e il pianto.

Tali comportamenti aiutano il bambino a rimanere in stretto contatto con l’adulto che lo rassicurerà e lo proteggerà dai pericoli.

Quando la diade madre-bambino diventa nociva

L’interazione affettiva con la figura di accudimento influenzerà lo sviluppo emotivo, cognitivo e la personalità adulta dell’infante. Affinché si strutturi il legame di attaccamento è però necessario che il bambino possa disporre della presenza continua di un adulto che si prenda cura di lui: eventuali interferenze nella relazione, quali ad esempio frequenti episodi di separazione, abbandoni, maltrattamenti e lutti possono avere effetti nocivi sul suo equilibrio psichico.

Un fallimento relazionale della diade madre-bambino può determinare, perciò, conflitti ed emozioni negative, può compromettere un adeguato sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale e incentivare situazioni problematiche in età adulta. Stati interattivi disfunzionali e instabili, sono ad esempio tipici nel caso di una despressione post-partum.

La relazione influisce sulle emozioni del bambino

Numerosi studi dimostrano che il bambino regola le proprie emozioni al fine di mantenere la vicinanza con la figura di attaccamento.

Quindi, in base alla qualità della relazione diadica, il bambino svilupperà dei modelli mentali di prevedibilità di come la madre o il caregiver si comporterà con lui.

Non tutti gli adulti però rispondono allo stesso modo ai segnali affettivi del bambino, quindi quest’ultimo metterà in atto strategie di regolazione emotiva più efficaci per mantenere il rapporto con la propria figura di riferimento. Più l’adulto si dimostrerà sensibile e disponibile a soddisfare le richieste del bambino, maggiori saranno le possibilità di sviluppare un attaccamento sicuro. Ad esempio, il bambino imparerà che la mamma è disponibile se essa risponde prontamente al suo pianto o al suo sorriso. In questo caso, il genitore è visto come una base sicura per conoscere il mondo. Il bambino sicuro, convinto che i suoi segnali emotivi riceveranno una risposta sensibile, segnalerà apertamente i propri desideri e le proprie emozioni con il genitore. La riposta sensibile del caregiver a sua volta migliorerà la percezione del bambino nel modulare le sue emozioni.

Di contro, se ad esempio l’adulto non è presente, mantiene le distanze oppure è punitivo sarà maggiore la possibilità che il bambino sperimenti il rifiuto costante o l’imprevedibilità affettiva. In questi casi si parlerà di uno stile di attaccamento insicuro, per cui le strategie di regolazione emotiva, adottate dal bambino, tenderanno a mascherare oppure esagerare le proprie emozioni come rabbia, tristezza, gioia, angoscia, in modo da garantirsi l’attenzione.

In conclusione, la regolazione emotiva potrebbe essere altamente influenzata dalla qualità della relazione di attaccamento e dunque, dalle aspettative del bambino circa il comportamento del genitore.

I possibili interventi

Sono molteplici gli strumenti di crescita che consentono al genitore di ritrovare la serenità nel rapporto con i figli ed i percorsi, guidati da professionisti, tesi a potenziarne le specifiche competenze come ad esempio: gli incontri sulla genitorialità, azioni a carattere psicoterapeutico e percorsi orientati alla Mindfulness per stimolare la consapevolezza e la reciprocità. In una prospettiva educativo-promozionale risulta, inoltre, cruciale la collaborazione degli Enti locali e delle scuole in progetti con lo scopo di promuovere il benessere psicologico-emotivo e prevenire forme di disagio sociale.

 

Per informazioni e approfondimenti è possibile contattare il Consultorio Diocesano “La Famiglia”, sito in Lecce alla via Libertini n. 40 - tel 0832.240704 dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 12.00.

*Psicologa-Psicoterapeuta (in formazione) Cognitivo-Comportamentale. Psicologa del Consultorio familiare diocesano ‘La Famiglia'

 

 

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