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Con una richiesta inviata al Governo il 17 giugno scorso la Conferenza episcopale italiana chiedeva una deroga in merito all’utilizzo dei guanti per la distribuzione della comunione durante la messa e riguardo alla possibilità degli sposi di dismettere la mascherina durante la celebrazione dei matrimoni, tanto civili quanto religiosi.

 

 

Il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero degli Interni, con una nota dello scorso 23 giugno redatta in unità d’intenti con il Comitato tecnico scientifico (Cts) ribadisce la necessità che il ministro del culto proceda alla igienizzazione delle proprie mani prima di poter comunicare i fedeli.

Il Cts dichiara inoltre che “in assenza di dispositivi per la distribuzione, le ostie dovranno essere depositate sulle mani dei fedeli evitando con essi qualsiasi forma di contatto e procedendo alla igienizzazione qualora esso dovesse verificarsi”.

Fatte salve queste premesse, si raccomanda inoltre che la medesima pratica di disinfezione possa essere svolta anche dai fedeli e che la comunione non venga distribuita per via orale.

Altra questione di grande importanza riveste la possibilità di non usare la mascherina durante la celebrazione dei matrimoni: il comitato, evidenziando come il non corretto utilizzo dei mezzi protettivi possa portare alla rapida diffusione del contagio mediante il virus Covid-19, fa presente che i coniugi vivono già a stretto contatto e sotto il medesimo tetto e per tale ragione concede la possibilità di rinunciare a tali dispositivi di sicurezza, avendo cura che l’officiante protegga adeguatamente le vie respiratorie e mantenga la distanza minima di almeno un metro”.

La stessa esortazione viene partecipata anche per la celebrazione delle nozze civili e di altre confessioni religiose, con il chiaro monito alla esecuzione di queste semplici regole che avranno lo scopo di portare la pandemia in atto verso una lenta e progressiva diminuzione.

 

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