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Lungo tutto il Medioevo nascono progressivamente, e si sviluppano, molte espressioni di pietà popolare, non poche delle quali sono giunte fino al nostro tempo come ad esempio le novene.

Nel mondo contemporaneo la pietà popolare, come ci esorta anche Papa Francesco, può contribuire alla salvaguardia dei valori del Tempo di Avvento, minacciati da un costume della società e, purtroppo, anche da alcuni cristiani praticanti, per i quali la preparazione alle feste natalizie si risolve in “questioni commerciali”.

Il discepolo di Gesù percepisce che non si può celebrare il Natale se non in un atteggiamento di solidarietà verso i poveri, gli emarginati, verso coloro, cioè, che sono bisognosi di una adeguata preparazione spirituale.

A tale proposito il Direttorio su pietà popolare e liturgia al n. 103 recita cosi: “La novena del Natale è sorta per comunicare ai fedeli le ricchezze di una Liturgia alla quale essi non avevano facile accesso. La novena natalizia ha svolto effettivamente una funzione salutare e può continuare ancora a svolgerla. Tuttavia nel nostro tempo, in cui è stata resa più agevole la partecipazione del popolo alle celebrazioni liturgiche, sarà auspicabile che nei giorni 17-23 dicembre sia solennizzata la celebrazione dei Vespri con le "antifone maggiori" e i fedeli siano invitati a parteciparvi. Tale celebrazione, prima o dopo della quale potranno essere valorizzati alcuni elementi cari alla pietà popolare, costituirebbe un’eccellente “novena del Natale” pienamente liturgica e attenta alle esigenze della pietà popolare”.

La novena del Natale, dunque, è ancor di più oggi un’occasione spirituale, in comunità o in famiglia, per risvegliare la nostra fede e prepararci ad accogliere Gesù che ancora una volta nasce per noi.

 

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