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Il mese di ottobre, dedicato alle missioni, e quindi alla vocazione missionaria della Comunità ecclesiale e di ogni cristiano, è stato riproposto dall’arcivescovo mons. Michele Seccia, durante la recente assemblea del clero, come un momento molto significativo della vita pastorale.

Anzi, lo stesso presule ha ricordato la propria esperienza sacerdotale nel Terzo mondo, sottolineando l’utilità per un presbitero di vivere un contatto diretto nelle terre di primo annuncio evangelico.

In questo contesto, risulta interessante ricordare l’esperienza che sta compiendo da alcuni anni la parrocchia leccese di S. Vincenzo de’ Paoli.

Dedicata al Santo della carità, essa si sta impegnano a vivere e realizzare, con il fervido impulso di don Fernando Doria, il “profumo di carità” sulla scia del proprio santo patrono.

Già da qualche tempo, la comunità si sta muovendo verso rilevanti tappe dell’aiuto solidale con considerevoli segni di fraternità, come un comodato d’uso gratuito della Casa S. Vincenzo per l’ospitalità dei poveri leccesi.

In Madagascar, poi, lo stesso parroco, ha promosso molteplici iniziative, come l’attuazione di un progetto per la potabilizzazione dell’acqua, mediante il sostegno dei parrocchiani e di diversi enti salentini. Tra l’altro, ha acquistato un edificio in pessime condizioni, l’ha ristrutturato, rendendolo accogliente e molto funzionale per attività comunitarie.

“Partendo poi dalla considerazione che il Madagascar è un’isola con una forte presenza d’imprenditori italiani che hanno investito in strutture turistiche come resort, ristoranti e pizzerie con tanti malgasci che vi lavorano e che l’interscambio commerciale italiano per tanta presenza turistica è molto fiorente, soprattutto per il commercio delle spezie, ho ritenuto – spiega con emozionata convinzione Don Fernando Doria, che ha già compiuto una ventina di viaggi per attività caritative in Africa - che è necessario insegnare le lingue e le competenze lavorative a tanti ragazzi e ragazze che non riescono a trovare lavoro e sono a rischio di vivere passivamente nella strada e di compiere attività di furto e prostituzione”.

È sorta quindi l’idea di creare una Scuola delle lingue e dei mestieri utili per le gente del luogo, come, ad esempio, quello di pasticcere, date le necessità di tanti ristoranti.

Oltre al laboratorio linguistico e agli ambienti per i mestieri, si è pure pensato a una piccola scuola elementare per i bambini più poveri, perché a Nossi Be, pur con la presenza di varie scuole private, alcune famiglie povere non possono sostenere le relative rette.

Tale progetto, elaborato dall’architetto leccese Parlangeli, si sviluppa sul pianoterra e su un primo piano, risulta ben articolato e collegabile con l’edificio già ristrutturato da don Fernando: il tutto potrebbe diventare di piena disponibilità delle diocesi di Lecce e Ambanja, come segno di cooperazione interecclesiale e concreta solidarietà.

Potendo pure contare sulla dichiarata collaborazione, generosa e qualificata, delle Suore Discepole del Sacro Cuore, fondate a Lecce e presenti nel Madagascar dal 1989.

 

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