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“La ‘corona’ del martirio e della santità incorona una vita ed è appunto alla ‘vita’ che dobbiamo guardare”: lo ha affermato il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, celebrando  nei giorni scorsi la messa nella festa di Santa Maria Goretti.

La giovane martire è patrona della diocesi e le sue spoglie riposano nel santuario di Nettuno dedicato alla Madonna delle Grazie e alla giovane santa. Riprendendo le parole pronunciate da Pio XII nella messa di canonizzazione, il 24 giugno 1950, il vescovo di Albano ha sottolineato: “Se è vero che nel martirio di Maria Goretti sfolgorò soprattutto la purezza, in essa e con essa trionfarono anche le altre virtù cristiane”.

Ricordando poi la storia personale e familiare di Maria Goretti, arrivata dalle Marche prima della bonifica dell’Agro pontino con i genitori in cerca di lavoro, mons. Semeraro ha analizzato l’attualità del suo messaggio su temi come famiglia, educazione, lavoro, emigrazione. “Ciascuno di noi deve domandare a se stesso: nella mia vita, i valori indicati da quelle parole ci sono? Ci furono nella vita di santa Maria Goretti, ma ci sono anche nella mia vita? E se non ci sono allora è del tutto inutile essere devoti di questa giovane santa”, ha insistito.

E ha concluso con una riflessione sulle virtù, che “debbono armonizzarsi l’una con l’altra ed è così che si sostengono a vicenda e crescono. È quello che, in nome della Chiesa, Pio XII ha fatto per Maria Goretti: ha lodato ed esaltato la sua purezza, ma ha sottolineato anche le sue altre virtù inserendole nella vita di una famiglia, nella storia di una società e nel contesto di una cultura”.

 

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