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Entra in vigore il 28 giugno il nuovo Direttorio per il diaconato permanente nella diocesi di Albano, promulgato dal vescovo Marcello Semeraro a dieci anni dal primo testo sul tema.

“La vocazione al diaconato permanente è un dono che deve essere verificato e riconosciuto anzitutto nel contesto di un’attenta opera di discernimento spirituale, da svolgersi a cominciare da fedeli che già esercitano nella comunità diocesana e parrocchiale un servizio significativo”, scrive mons. Semeraro, in un contesto in cui “la vocazione al diaconato è di per sé una chiamata al servizio del Vangelo e della Chiesa con una dedizione definitiva, che in diversi modi vede coinvolta tutta la comunità cristiana”.

Il cammino formativo dura quattro anni, deve coinvolgere famiglia e comunità parrocchiale del candidato e prevede quattro dimensioni: umana, spirituale, dottrinale e pastorale. Rispetto all’ammissione, il Direttorio prevede che “l’età minima per l’accettazione tra gli aspiranti è per i celibi di anni 21, per i coniugati di anni 31. L’età massima è normalmente di anni 55”. Diocesi e parrocchia sono gli ambiti privilegiati di servizio, specialmente attraverso la Caritas, e i diaconi sono presenti negli organismi pastorali di partecipazione.

Il Direttorio si conclude con indicazioni su cessazione dell’incarico pastorale – di norma a 75 anni – e mezzi di sostentamento per i diaconi, che non esercitano ad Albano il ministero a tempo pieno e pertanto provvedono in autonomia al sostentamento della propria famiglia.

 

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