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“Perché la Chiesa si è impegnata a tutelare la privacy e i dati personali?”. Risponde a questa domanda mons. Giuseppe Baturi, sottosegretario e direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici della Cei, nel 24° episodio della prima stagione dei #tutorialweca.

Si tratta del secondo di quattro episodi speciali “in diretta” da Assisi per il convegno #ComunitàConvergenti. Il tutorial è pubblicato dalle pagine YouTube e Facebook di Weca ma anche sul sito www.weca.it, a cura dell’associazione dei Webmaster Cattolici (WeCa). I video, condotti dal giornalista di Tv2000 Fabio Bolzetta, sono realizzati in sinergia con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali e con il Centro di ricerca sull’educazione ai media all’informazione e alla tecnologia (Cremit) dell’Università Cattolica di Milano.

Spiegando come proteggere la privacy in parrocchia, mons. Baturi afferma che “bisogna prendere consapevolezza che esiste un decreto generale della Cei che disciplina la buona fama e la riservatezza”. “L’ufficio giuridico - segnala il direttore - sta lavorando per la pubblicazione di indicazioni attinenti alle singole attività parrocchiali: catechesi, sacramenti, attività estive. Affronteremo il problema delle fotografie, dei siti, degli annuari”.

Sul sito dello stesso ufficio - ricorda mons. Baturi - sono pubblicati alcuni moduli in base al tipo di esigenza. In particolare, nel caso dei sacramenti non viene richiesto nulla, perché “vi è un obbligo giuridico a trascrivere sul registro”, ma “i registri vanno conservati senza permettere che persone diverse dagli incaricati possano accedere”.

 

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