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“La perdita dei legami che ci uniscono, tipica della nostra cultura frammentata e divisa, fa sì che cresca questo senso di orfanezza e perciò di grande vuoto e solitudine”: così si è espresso Papa Francesco (Città del Vaticano, 1 Gennaio 2017).

Il paradosso della vita contemporanea è rappresentato da un mondo globalizzato nel quale la schiavitù del piacere e del denaro sviluppano egoismo, malinconia e profonda solitudine. La solitudine crea una condizione di mancanza, di malessere; anche nel periodo della primissima infanzia, quando la madre depone il bambino che teneva in braccio nella culla per qualsiasi necessità, il figlio sperimenta la perdita dell’abbraccio materno, sentendosi solo. 

L’originario legame madre-figlio funziona come una prima cellula destinata a crescere e ad evolvere fino a includere via via il padre, i fratelli, le sorelle, i nonni, per andare a creare il proprio tessuto di relazione e sociale.

È nella natura dell’uomo cercare l’altro nella comunicazione relazionale! Si può affermare che l’uomo di oggi, teso nel ricercare all’esterno i significati delle cose, non si rende conto che s’allontana sempre più dalla fonte originaria interiore, la cui natura è nella relazione. E il luogo privilegiato della relazione umana è la famiglia!

Secondo Francesco D’Agostino il carattere naturale della famiglia ne fa il luogo privilegiato per l’apprendimento del vincolo universale di familiarità fra tutti gli esseri umani, il solo capace di farci superare il senso di solitudine, e il ruolo autentico della famiglia si può recuperare solo con riferimento a valori più alti!

 

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