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Con lo stile e la forza che è la caratteristica del suo pontificato, Papa Francesco ha preso carta e penna e scritto una lettera (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) alla popolazione ucraina. I toni sono decisi, ma nello stesso tempo aprono come sempre il cuore alla speranza.

 

 

 

Nella parte iniziale della lettera e con parole sofferte, Papa Francesco delinea quanto sta avvenendo in Ucraina: “Sulla vostra terra, da nove mesi, si è scatenata l’assurda follia della guerra. Nel vostro cielo rimbombano senza sosta il fragore sinistro delle esplosioni e il suono inquietante delle sirene. Le vostre città sono martellate dalle bombe mentre piogge di missili provocano morte, distruzione e dolore, fame, sete e freddo. Nelle vostre strade tanti sono dovuti fuggire, lasciando case e affetti. Accanto ai vostri grandi fiumi scorrono ogni giorno fiumi di sangue e di lacrime”.

Il Papa si sente partecipe di questa situazione, per la quale fin dal febbraio scorso non ha fatto altro che pregare, invocare la pace e chiedere l’intervento di chiunque possa fermare quella che lui chiama una “assurda follia”: “Io vorrei unire le mie lacrime alle vostre e dirvi che non c’è giorno in cui non vi sia vicino e non vi porti nel mio cuore e nella mia preghiera. Il vostro dolore è il mio dolore”.

Il pensiero è rivolto ai piccoli uccisi, e di alcuni fa anche i nomi: “Piango con voi per ogni piccolo che, a causa di questa guerra, ha perso la vita, come Kira a Odessa, come Lisa a Vinnytsia, e come centinaia di altri bimbi: in ciascuno di loro è sconfitta l’umanità intera”.

Si rivolge anche ai giovani, alle mogli, agli anziani, ai volontari ed a tutti coloro che si dedicano alla cura delle sofferenze di questo popolo.

Papa Francesco ricorda anche l’eccidio di Holodomor, dal quale sono trascorsi novanta anni. Fu una tragedia così grande che gli ucraini ricordano con la parola Holodomor, che vuol dire “sterminio per fame”. Si riferisce alla morte, provocata negli anni ‘30 dalle politiche di Stalin, di milioni di ucraini. Una vicenda drammatica che ancora oggi è una delle ragioni del risentimento di Kiev verso Mosca. La tragedia ebbe inizio quando Stalin, tra l’autunno del 1932 e la primavera del 1933, decise la collettivizzazione agraria, costringendo i contadini ad aderirvi contro la loro volontà. Fu un massacro: in tutta l'Urss circa cinque milioni di persone morirono di fame. Di questi, secondo le stime, quattro milioni erano ucraini e quasi la metà delle vittime era costituita da bambini.

Papa Francesco chiude la lettera con un pensiero al Natale, nella speranza che sia portatore di pace: “Tra poche settimane sarà Natale e lo stridore della sofferenza si avvertirà ancora di più. Ma vorrei tornare con voi a Betlemme, alla prova che la Sacra Famiglia dovette affrontare in quella notte, che sembrava solo fredda e buia. Invece, la luce arrivò: non dagli uomini, ma da Dio; non dalla terra, ma dal Cielo”.

 

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