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Fondazione Casa della Carità di Lecce, è un luogo finalizzato soprattutto all’intervento nei riguardi di persone che necessitano di cura e assistenza per essere reinseriti nel variegato e complesso mondo sociale. Fin qui, potremmo dire che si tratti di una descrizione chiara, lineare ed esaustiva ma non basta.

 

 

 

In Fondazione vi sono persone, che con il loro piccolo contribuito forniscono un qualcosa che giovi a tutta la comunità in cui sono inserite, dalla preparazione dei pasti, ai momenti di ritrovo, sino alle attività ludiche e d’animazione che li coinvolge ed è come se il tutto fosse una grande libreria, dove vi sono tanti libri, ognuno d’ogni genere diverso, ognuno con contenuti pronti per essere rivelati e che nel complesso forniscono una grande risorsa culturale. Tra questi “libri” ho avuto modo di conoscerne uno in particolare, che chiamerò Crystal, per via dei suoi occhi cerulei e lucidi.

Crystal è un uomo sui cinquant’anni, proviene da un paesino della Sicilia e ogni mattina giunge in struttura dove passa le giornate tra nuovi incontri e mille faccende da sbrigare. Egli non ha avuto un passato semplice, è cresciuto in una famiglia disfunzionale caratterizzata da violenze e dalla mancanza di quell’affetto e di quel calore cui ogni bambino ha bisogno, un contesto che gli ha causato non poca sofferenza, segnandolo profondamente.

Crystal negli anni tra mille cadute riguardanti il suo vissuto ha avuto anche la possibilità di raccogliere ogni frammento di forza possibile e di essere la persona che è oggi, un “gigante buono”, pronto ad aiutare il prossimo, a farlo con fierezza e orgoglio, come mi ripeteva durante la nostra conversazione, mentre occhi cristallini si illuminavano di più colmi della potenza di quella felicità che si prova quando si fa del bene a qualcuno.

Crystal è in Fondazione da qualche anno, ha trovato una famiglia, un sostegno, un’occasione per sentirsi amato, per farsi restituire la dignità e quel calore familiare che purtroppo gli è stato negato. Gli ho chiesto, tra una parola e l’altra il suo rapporto con i numerosi giovani che giungono qui per poter costruire il loro futuro in una realtà nuova, e mi ha raccontato con estrema spontaneità, che è felice quando accorre in loro aiuto, e questo ancora una volta ci fa capire che l’incontro tra l’io e l’altro è la chiave per la costruzione di relazioni migliori e per ridefinirsi come persona a sua volta, migliore. Il colore preferito di Crystal è il rosso, e per lui è il colore della speranza ma anche della forza e della determinazione, della facoltà di svolgere le proprie azioni con umiltà e fierezza per il proprio, piccolo o grande operato quotidiano.

Leggendo le pagine di questo “libro”, ho avuto modo di immergermi nelle varie pagine, dando a sua volta la possibilità, forse ingenua, di immergersi nelle mie, perché ricordiamoci, nei libri c’è una storia, tra tante storie.

 

 

 

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