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Domani 29 febbraio, alle 18.30, presso la Casa della Carità in Corte Stella Gaetano, 14 a Lecce, verrà presentato il libro “Poveri noi! Don Pietro Sigurani: la rivoluzione della carità “(Paoline, 2019).

 

don pietro basilica santeustachio

 

Ne parleranno gli autori, Romano Cappelletto dell’ufficio stampa delle edizioni Paoline, ed Elisa Storace, giornalista, introdotti dal direttore della Caritas diocesana di Lecce don Nicola Macculi.

Il libro, uscito qualche mese fa, in occasione della Giornata mondiale dei Poveri, è una lunga intervista a don Pietro Sigurani, rettore della Basilica romana di Sant’Eustachio, a due passi dal Senato e dal Pantheon. Qui, ogni giorno, alle 12 in punto, avviene - come recita il sottotitolo del libro - una piccola rivoluzione. La chiesa, che fino a quel momento - come molte chiese del centro di Roma - rimane praticamente vuota, si riempie di persone, mentre i banchi lasciano spazio a tavoli, tovaglie, piatti, pentoloni.

Prende vita il “ristorante dei poveri”. Don Pietro Sigurani accoglie centinaia di persone in difficoltà, immigrati, rom, che qui trovano un pasto completo. Mentre nei locali sottostanti la basilica, ribattezzati “Casa della misericordia”, quelle stesse persone possono quotidianamente fare una doccia, comunicare con i parenti tramite pc, sfogliare un giornale e trovare altre persone con cui parlare e socializzare. Recuperando, così, la dignità perduta o sottratta. E la rivoluzione nasce anche dal fatto che tutto questo viene realizzato senza contributi pubblici. Perché, come spesso ripete don Pietro, “la carità va fatta con la carità”.

Don Pietro, classe 1936, da sempre vive il suo ministero nel segno dell’accoglienza dell’altro. D’altronde la sua vita è costellata di segni, ricevuti e dati, di cui conosce bene la forza. Quelli che egli offre quotidianamente infastidiscono alcuni - fino a suscitare minacce - ma attraggono altri, che intorno a lui creano comunità e comunione. Nel libro sono raccontati molti di questi segni, capaci non solo di aiutare chi ha bisogno, ma anche di spezzare il meccanismo dello scarto, che noi sopportiamo e supportiamo, perfino quando ci definiamo cristiani. Dice don Pietro: “Portare i poveri a scegliere, a vivere come gli altri. Se ci mettessimo insieme e coniugassimo due parole, gratuità e dignità, sono certo che calerebbero molti pregiudizi sugli scartati”.

A dare eco a questa rivoluzione della carità, intervengono nel libro alcuni nomi della cultura, della politica e della Chiesa. Voci diverse, a volte lontane, che qui si riuniscono nell’orizzonte della solidarietà: Pietro Bartolo, Fausto Bertinotti, mons. Giancarlo Bregantini, Simone Cristicchi, Marco Damilano, Giovanni Maria Flick, Pietro Grasso, il card. Konrad Krajewski, Andrea Monda, Liliana Segre, Benedetta Tobagi, Livia Turco, Padre Alex Zanotelli e il card. Matteo Zuppi.

La Prefazione è di Alessandro Bergonzoni. Che scrive, col suo consueto, originale stile: “Ho finito le guance. Ho già porto anche l’altra, non ne ho più. Rabbia e paura ci hanno drogato, ci hanno alterato quasi chimicamente, fino alla patologia (…). La povertà è invisibilità scandalosa, se la si vede troppo la nascondiamo (…). Per combattere la paura dei poveri, c’è bisogno di uno scatto, un moto a luogo, altrimenti poveri... noi”.

Il libro serve anche ad aiutare don Pietro in questa sua opera. Parte del ricavato, infatti, sarà devoluto alla “Casa della misericordia”.

Locandina

 

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