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Il 21 gennaio scorso si è celebrata la Giornata mondiale degli abbracci. Nata quasi per gioco, l’idea di una giornata degli abbracci ha preso sempre più piede, rispondendo all’esigenza di scambiare gesti di affetto che fa parte della natura umana. 

 

 

 

Nonostante sia uno dei gesti più naturali che esistano, al giorno d’oggi non viene praticato abbastanza. Questa festa incoraggia l’abbraccio, come soluzione terapeutica per trasmettere affetto ed emozioni.  “Abbraccio” è la parola più utilizzata dai bambini che la associano alla gentilezza.

Durante i mesi di quarantena ci sono mancati molto. D’altra parte, tanti studi scientifici hanno messo in luce tutte le funzioni degli abbracci: ricevono e trasmettono sostegno sociale, danno benefici all’organismo perché riducono la pressione arteriosa, aumentano i livelli di ossitocina, hanno effetti positivi sul sistema immunitario e, ovviamente, comunicano emozioni.

In questi anni, in molti hanno continuato e diffuso un esperimento sociale nato in America nel 2006: gli “abbracci gratis”. Fidarsi di uno sconosciuto, abbracciarlo, sono gesti non ordinari in un periodo in cui si è più vicini alla violenza che all’affetto.

Ad esempio, la Comunità Nuovi Orizzonti, fondata da Chiara Amirante che ha l’obiettivo di intervenire in tutti gli ambiti del disagio sociale, realizzando azioni di solidarietà a sostegno di chi vive situazioni di grave difficoltà, mensilmente nella stazione di Roma o nei grandi centri commerciali propone “gli abbracci gratis”. La fondatrice è certa: l’abbraccio è un rimedio all’indifferenza che spesso ci circonda e sembrerebbe averci anestetizzato.

La forza dell’abbraccio è impressa anche nel primo sguardo che si apre dopo aver varcato l’ingresso della Basilica di San Pietro: nella scena proposta da Michelangelo, con la scultura della “Pietà”.

Papa Francesco al termine della pandemia in un'intervista affermava: “Quanto ci sono mancati e ancora per certi versi ci mancano gli abbracci delle persone care a causa della tragedia che stiamo vivendo! Dobbiamo recuperare, evitando di esporci al rischio del contagio, ma dobbiamo soprattutto pensare al senso dell’abbraccio, che è segno di pace e che supera ogni conflitto, lasciamoci abbracciare da Dio e abbracciamolo nella nostra esistenza quotidiana”.

Quindi gli abbracci sono un posto perfetto in cui abitare.

 

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