La serata di ieri nel Chiostro dell’antico seminario, in Piazza Duomo a Lecce, è stata una di quelle serate che non si dimenticano, un vero e proprio viaggio di emozioni e riflessioni.
Lo scrittore e professore Enrico Galiano ha incontrato un pubblico variegato, composto da ragazzi in cerca di risposte vere, giovani, adulti, educatori, guidati dal vescovo coadiutore di Lecce, mons. Angelo Raffaele Panzetta, che ha partecipato con entusiasmo a quella che è stata una lezione di vita, un dialogo autentico e necessario sull’importanza di accettare i propri errori e di non avere paura di sbagliare.
L’evento, promosso dal Servizio diocesano di pastorale giovanile di Lecce, era aperto a tutti (nonostante una piccola incomprensione con la casa editrice che ha rischiato di generare un imbuto comunicativo) e ha saputo conquistare i cuori di tutti con la sua unicità.
A introdurre l’ospite è stato don Salvatore Corvino, responsabile del Servizio diocesano descrivendo il desiderio condiviso con l’autore di accompagnare giovani e ragazzi lungo un tratto della loro vita, gustando l’essere amati nella loro umanità imperfetta, ha dato il via ad un dialogo profondo e mai banale, capace di far riflettere e sorridere insieme. “Facciamo degli errori, ma non siamo i nostri errori”: con questa frase, Galiano ha espresso un concetto semplice ma potente, toccando il cuore di chi era presente. Per molti docenti presenti, Galiano è un modello e un esempio da seguire; tanti giovani, invece, dallo scrittore aspettavano parole capaci di accendere una luce e dare una direzione. E Galiano non ha deluso. Con il suo stile diretto, ironico e profondamente empatico, ha saputo parlare a tutti con la naturalezza di chi non ha paura di mostrarsi fragile. Infatti, ha raccontato i suoi errori senza paura, trasformandoli in ponti di dialogo, in occasioni di riflessione condivisa.
In un passaggio particolarmente significativo, ha spiegato che il verbo errare, dal latino, significa viaggiare senza una meta, invitando tutti a vedere i propri errori come parte di un viaggio personale di scoperta: “Tutti noi - ha spiegato - viaggiamo nella vita commettendo errori per capire chi siamo e cosa diventeremo”. Con aneddoti tratti dalla sua esperienza e dalla sua vita, Galiano ha parlato con sincerità delle fragilità delle nuove generazioni, lanciando un appello ai genitori e agli adulti: non trasferire ansie e paure ai giovani, ma ascoltarli e accompagnarli con fiducia. L’autore ha coinvolto il pubblico con domande a cui rispondere alzando la mano - tra i partecipanti più attivi c’era anche l’arcivescovo Panzetta, che ha risposto con grande partecipazione agli stimoli di Galiano.
Uno dei momenti più toccanti è coinciso con la lettura dell’errore più grande della propria vita, scritto in modo anonimo dai ragazzi presenti. Galiano ha poi letto e commentato alcuni di questi biglietti, creando un’atmosfera di condivisione autentica e carica di emozioni.
La serata ha lasciato qualcosa di prezioso: la consapevolezza che non bisogna vergognarsi delle personali imperfezioni. Che anche (e soprattutto) attraverso gli errori si cresce. In particolare, è fondamentale il ruolo degli adulti che hanno il dovere di accompagnare i giovani alla ricerca della loro strada sapendo anche accogliere gli inevitabili incidenti di percorso.
Al termine della conversazione con l’autore, la serata si è trasformata in una vera e propria festa, aperta e chiusa dalla stupenda voce di Yari Verdesca, finalista a The Voice Kids 2023. Un piccolo rinfresco e una piazza in cui ballare e cantare hanno generato entusiasmo. Giuseppe Verdesca, papà di Yari, insieme a don Gabriele Morello, a Fra Pierpaolo Romanello e all’equipe di pastorale giovanile hanno accompagnato i ragazzi e giovani nei festeggiamenti finali, regalando un momento di gioia e leggerezza condivisa. È stato un evento che ha saputo unire pensiero e leggerezza, profondità e comunità. Un incontro che, per chi c’era, rimarrà difficile da dimenticare.
*ha collaborato Francesco Caione
Photogallery di Arturo Caprioli