Anche la terza serata degli esercizi spirituali diocesani, proposta che gli arcivescovi Michele Seccia e Angelo Panzetta hanno voluto per la Chiesa di Lecce ha fatto registrare il tutto esaurito sia in presenza che da casa attraverso la diretta trasmessa da Portalecce Tv (GUARDA): quasi cinquemila coloro che hanno seguito in streaming la meditazione di ieri sera.
La Chiesa parrocchiale di San Bernardino Realino, luogo nel quale si tengono le meditazioni offerte dall'arcivescovo coadiutore di Lecce, era gremita. La riflessione del presule si è, pertanto, concentrata sui vv 1-12 del capitolo secondo della Prima Lettera dell'apostolo Pietro che potrebbe essere sintetizzato così: dalla responsabilità alla decisione.
Il discepolo di Cristo oltre ad essere colui che accoglie il dono della chiamata e che vive conformemente a questo dono ricevuto è anche colui che deve operare, nel prosieguo del suo cammino discepolare, una serie di potature: occorre, allora, che egli decida volontariamente di abbracciare la grazia, abbandonando il male.
Così Panzetta: "Fratelli miei, sorelle mie, l'apostolo Pietro è incalzante verso coloro che lo leggeranno e, dunque, anche verso di noi; ci dice che non basta mettersi a fare le cose del Signore, non basta essere uomini pii e devoti; se abbiamo accolto il piano del Signore per la nostra vita, dobbiamo deciderci ad eliminare tutte le scorie di male che rendono incerto e pesante il nostro camminare con Dio". Queste importanti potature hanno, tuttavia, una eminente finalità che è quella di fare del credente, un uomo o una donna che testimonino la gioia non nella sua semplice accezione valoriale, quanto come condivisione con l'altro.
Ancora l'arcivescovo coadiutore di Lecce: "C'è un passaggio particolare di questo testo che non deve sfuggirci: l'apostolo ha imparato a sue spese a fare i conti con la gioia, quella che occorre provare non solo per sé stessi ma, soprattutto, per i successi degli altro. Miei cari quanto sono poco edificanti le gelosie pastorali che, ahimè, diventano intralcio al sogno di Dio; dobbiamo imparare a condividere i successi dell'altro, ad essere contenti per lui perché questo è generatore di Vangelo, anzi diventa Vangelo vissuto".
Qualcosa, sì, di bello ma che non può poggiare solo su doti o capacità umane ma deve avere una sorgente: la fonte dalla quale un cristiano deve sempre attingere l'acqua fresca per dissetare l'arsura dell'appiattimento è la Parola.
Forti le parole di Panzetta: "La medicina contro tutti i nostri mali spirituali è nel manducare la Parola: un cristiano che non desidera il latte del Logos, della Parola, è un cristiano povero, arido, senza sostanza. Così noi diventiamo capaci di ridurre la bellezza del cristianesimo a cose da fare o da non fare, quando il cristianesimo è una esplosione di vita e non una cosa da museo o da cimitero".
Scaturisce da qui, dunque, una presa di posizione netta, in ordine al proprio itinerario di fede, che il discepolo del Signore è spinto a percorrere, donando a lui non i rimasugli ma, come provocatoriamente detto dell'apostolo Pietro, tutta l'intera sua vita.
Ancora mons. Panzetta: "Noi, come Chiesa, come credenti, dobbiamo ringraziare Dio in ogni momento perché in Cristo ci ha consacrati, ci ha messi da parte per le sue cose e ci ha donato tutto; se comprendiamo questa grande verità, allora, dobbiamo rispondergli contraccambiando con il dono totale della nostra vita, senza riserve, senza trattenere nulla per noi".
E quando questo avviene alla luce dello Spirito, il cristiano si riappropria del suo munus: non quello di fruitore di cose sacre bensì di annunciatore di ciò che Cristo compie nella sua storia, senza temere le incomprensioni, i fallimenti, i rifiuti.
Conclude l'arcivescovo Panzetta: "Il più grande regalo che possiamo fare alle nuove generazioni è raccontare la opere di Dio, ciò che lui ha compiuto in noi senza avere paura di non essere compresi ma nella certezza che lui, il Signore, farà fruttificare il seme che noi gettiamo perché la messe sia abbondante".
Una serata, allora, che ha rappresentato per la Chiesa diocesana di Lecce un autentico sprone e un incoraggiamento a fare sul serio con Dio.
Stasera l’ultimo appuntamento (SCARICA IL SUSSIDIO): inizio alle 17 con l’adorazione eucaristica e la celebrazione dei Vespri. Subito dopo, alcuni sacerdoti si renderanno disponibili per le confessioni individuali.
Alle 19 l'arcivescovo coadiutore Angelo Panzetta detterà l'ultima meditazione che, dopo un momento di riflessione personale e di ringraziamento, lascerà spazio alla solenne benedizione eucaristica finale.
La diretta di Portalecce sulla pagina Fb e sul canale YouTube avrà inizio, come nelle tre serate precedenti, alle 19.