La comunità di Acaya vivrà domani 7 marzo la solennità della Vergine Addolorata, per la comunità una devozione molto sentita.
“Nel cuore di Acaya, ogni primo venerdì di marzo - spiega il parroco don Valentin Diac -, si rinnova una tradizione di profonda devozione: la celebrazione della Beata Vergine Maria Addolorata. Questa festa, che nel suo profondo significato tocca il cuore di ogni fedele e che viene osservata esclusivamente dal punto di vista religioso, è stata preservata con cura e devozione per volere del compianto parroco don Rosario Cisternino. Essa ricorda alla comunità di Acaya che, come Maria, Madre del Signore e Madre nostra, ha accolto la sofferenza nella sua vita, pur non comprendendola appieno (Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore - Lc 2,51) anche noi potremmo essere capaci, per la grazia del Signore, di rimanere saldi di fronte alle difficoltà della vita e di testimoniare, con la forza della nostra fede, che il nostro Dio è la fonte della vita”.
“Le difficoltà che affrontiamo non sono segno di morte - sottolinea don Valentin -, ma strumenti che ci conducono a una vita più piena e autentica in Cristo. Come Maria, anche noi possiamo affidarci alla volontà di Dio, sapendo che ogni prova è un’opportunità per crescere nella fede e nella speranza, e per manifestare al mondo che in Dio troviamo la vera vita.
La festa della Beata Vergine Maria Addolorata, all'inizio della Quaresima, offre ai fedeli un'occasione preziosa per riflettere sul significato profondo del dolore e della sofferenza nella vita cristiana. Esiste un mistero del dolore che non ci è pienamente dato comprendere, ma attraverso l'esempio di Maria, la Madre tutta santa, possiamo imparare ad affrontare le sofferenze con fede e speranza. Il suo esempio ci insegna ad accogliere anche i momenti difficili confidando nel disegno divino. Dio, infatti, non desidera la morte dell'uomo, piuttosto anela alla sua conversione che conduce alla vita. La contemplazione di Maria Addolorata ci ricorda che la sofferenza, vissuta nella fede, può diventare via di redenzione e cammino di crescita spirituale”.
“In un mondo spesso segnato dalla sofferenza e dall'incertezza - prosegue il parroco di Acaya -, la figura di Maria Addolorata offre un messaggio di consolazione e di speranza. Ella ricorda ai credenti che, guardando alla Croce di Cristo nel momento del dolore, possiamo trovare la forza per non cadere in tentazioni insidiose. Maria ci aiuta a evitare sia la rassegnazione passiva davanti alla sofferenza, sia la tentazione della superbia, che potrebbe farci credere che il nostro personale dolore abbia in sé potere salvifico per noi e per coloro che ci assistono. Solo la sofferenza di Cristo ha valore redentivo universale, mentre la nostra, unita alla Sua, acquisisce significato nel piano divino”.
“Attraverso l'esempio dell'Addolorata – conclude -, impariamo che il dolore accolto con fede può diventare cammino di crescita spirituale e testimonianza di amore, sempre nell'umiltà e nella consapevolezza che è solo Cristo il Salvatore del mondo”
Nella tradizione del culto dell’Addolorata, la comunità del borgo fortificato valorizza le ricette a base di “pampasciuni”, bulbo molto diffuso nelle campagne circostanti la frazione di Vernole.