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Il 26 aprile scorso, su questo giornale, avevamo dato conto dell’iniziativa di don Alessandro Scevola che, nelle sue parrocchie, a Squinzano, aveva organizzato la vendita di lavagnette create dalle volontarie per far fronte all’acquisto di una macchina per fare le ostie (LEGGI).

 

 

 

Oggi è bello condividere il fine non solo lieto, ma addirittura sorprendente, di questa iniziativa. Come racconta lo stesso don Alessandro: “Subito dopo la condivisione di tale iniziativa sui social, sono stato contattato dal padre passionista e superiore del convento di Novoli, Padre Luca Fracasso, che mi ha comunicato l’intenzione di donarci una macchina specializzata, in suo possesso, per la produzione delle particole… Successivamente, poi, siamo venuti a conoscenza che anche una parrocchiana della chiesa madre custodisce in casa propria una di queste macchine, ai tempi appartenuta anche a don Antonio Caricato e non utilizzata, ancora più antica di quella donata da Padre Luca”.

Dal sogno alla realtà (GUARDA), dunque: acquistata la macchina utile alla cottura delle ostie, le mani laboriose delle donne squinzanesi, unitamente al grande desiderio di poter fare qualcosa per la parrocchia, hanno fatto il resto: è nata, ben presto, una equipe di volontarie che produce pane in abbondanza, utile a diventare corpo di Cristo nelle celebrazioni delle due comunità e del santuario.

Continua don Alessandro: "Abbiamo, perciò, preso entrambe le macchine (compresa quella di don Antonio Caricato donata da una parrocchiana ndr) insieme ad una taglierina, l'attrezzo per tagliare le particole, e abbiamo creato un gruppo di volontarie, sia in chiesa madre che a Mater Domini, che all'occorrenza producono le ostie per le due parrocchie e per il santuario. È una bella cosa, perché la comunità oltre a sentirsi più unita, può assaporare l'odore del pane fragrante, ritrovandovi un profumo ed un sapore di comunità, famiglia, comunione e genuinità".

Quella di Squinzano può, dunque, dirsi un autentico escamotage in grado di dare alla chiesa il sapore della casa e alla casa la sacralità quotidiana della chiesa come più volte ricordato dall’arcivescovo Seccia.

Ciò che sorprende in tutta questa vicenda è la presenza di un invisibile filo rosso, alcuni lo chiamano destino, altri provvidenza, che ha fatto sì che una così bella realtà venisse a galla diffondendo un messaggio di fede e operosità che, parafrasando Papa Francesco, “fa tanto bene al cuore”.

 

Photogallery e video di Paolo Andriani.

 

 

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