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Ieri pomeriggio la comunità diocesana ha salutato il caro don Vincenzo Ruggio nella chiesa parrocchiale di Maria Regina in Squinzano.

 

 

Significativamente la celebrazione delle esequie si è svolta nella memoria liturgica del santo Curato d’Ars, esempio per tanti sacerdoti che ispirano e affidano a lui il proprio ministero.

Tanti i fedeli che hanno composto l’assemblea liturgica. L’arcivescovo Michele Seccia, fuori sede, ha delegato mons. Cristoforo Palmieri alla presidenza liturgica. Attorno a lui molti sacerdoti diocesani e altrettanti presbiteri dell’Istituto dei Servi della sofferenza, a cui il compianto don Vincenzo era da tempo legato.

Nell’omelia, don Emanuele Tagliente ha tratteggiato i tre aspetti fondanti il servizio presbiterale del defunto sacerdote: l’amore per Cristo, presente nella Santissima Eucarestia; l’amore per la Vergine Maria che don Vincenzo coltivava con la recita assidua del rosario; l’amore per San Pio da Pietrelcina, tra gli incarichi svolti, infatti, don Vincenzo ha guidato i gruppi di preghiera della diocesi.

Al termine della messa, il vicario generale è intervenuto per trasmettere ai famigliari il saluto del vescovo diocesano e del presbiterio.

Proprio il santo delle stimmate aveva detto ai suoi figli spirituali: “Quando morirò, chiederò al Signore di farmi sostare sulla soglia del Paradiso e non entrerò fino a quando non sarà entrato l'ultimo dei miei figli spirituali”. Sarà così anche per il nostro caro don Vincenzo. 

 

 

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