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Grande partecipazione l'altra sera, in piazza Plebiscito, alla presentazione dell’ultima fatica di Beppe Longo, “La contessa del Negroamaro”, da lui stesso definito romanzo d’ambiente.

Una piacevole serata che ha visto, da principio, i saluti di numerose autorità e amici dell’autore intervenuti all’evento a partire dal sindaco Gianni Marra, il presidente della provincia Stefano Minerva, Michele Modesto presidente del circolo San Nicola, Fernando Toraldo vicepresidente del circolo San Vincenzo (il presidente Gino Sisinni assente per problemi di salute), Cosimo Pierri presidente della Pro Loco e Nicola Pierri presidente della Società operaia di M.S.

La parola è quindi passata ai relatori della serata, Lella Sisinni e mons. Luigi Manca. La dottoressa ha sottolineato come definire questo libro come “romanzo d’ambiente sia riduttivo perché è innanzitutto un romanzo storico. Nella prima parte viene fuori la figura del professore qual è Beppe, poiché sono poste in evidenza le ricerche da lui effettuate in maniera certosina riguardo gli episodi salienti, anche dal punto di vista bellico, nella storia della nostra cittadina. È inoltre un romanzo d’ambientazione e d’amore personale, di coppia, di tessuto sociale di comunità, amore quindi in senso lato. Questa storia è un po’ travagliata e ricorda vagamente quella di “Emma Bovary” di Flaubert. La protagonista è una donna che arriva dalla Francia nel nostro Salento dopo aver ucciso il marito per legittima difesa e si stabilisce nella badessa dove si innamora del principe Tristano Caracciolo. Il loro amore si coronerà poi con il matrimonio. La signora nel libro parla anche del suo amore per Casalabate, permettendo a noi lettori di riappropriarci dell’amore per quello che ci appartiene. Mi preme sottolineare che questo romanzo ci insegna che qualcosa di buono può nascere anche da situazioni apparentemente negative.”

Mons. Luigi Manca ha sottolineato come nel testo “storia e immaginazione si cercano vicendevolmente, scenari nazionali e internazionali trovano un naturale approdo in spaccati di storia locale. A Beppe Longo viene facile inventare nel verosimile e questa è una caratteristica ammirevole. Ha creato dei personaggi fantastici, oltre ai due protagonisti, si possono trovare la baronessa Carmen Compagna o le due belle domestiche Isabella e Mimina. Tutti loro condividono la scena con personaggi storici, della grande storia, ma anche della storia locale. Squinzano dell’epoca è presentato come uno dei centri economicamente più avanzati nel Sud Italia che ha avvertito il vantaggio dell’unità d’Italia venendo inserito nel passaggio della ferrovia di Stato a motivo della vasta e buona produzione di vino Negroamaro. Questo romanzo è un’attestazione esplicita e artisticamente elevata del grande amore dell’autore verso questa nostra terra, la sua storia, la sua popolazione, soprattutto è un composto e potente grido di speranza verso il futuro del nostro territorio. Nel romanzo colpisce come la contessa, da donna del lusso della mondanità parigina, sia diventata la contessa contadina della badessa, donna sempre affascinante e intelligente che ha saputo intravedere le potenzialità dei nostri contadini e delle nostre donne. Potenzialità che ha fatto sue e ha trasformato la badessa vecchia in un laboratorio di sana e fiorente economia agricola. Leggere un buon romanzo come questo serve per leggere meglio la realtà sociale.”

La serata si è conclusa con l’apertura della mostra, che sarà visitabile fino al 12 maggio, nel locali del circolo San Nicola e della Società operaia con opere di alcuni artisti locali: Luigi Spanò, Luigi De Mitri, Salvatore Cuzzupè, Anna De Donno, Alberto Giangrande, Annino Giannuzzi e Ornella Luciani.

Si è avuto poi un piccolo momento si convivialità con la degustazione dei migliori vini del Salento: Apollonio, Bozzi-Corso, Cantele, Due Palme e Paololeo.

 

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