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Una delegazione della città di Squinzano - guidata dall’arciprete don Alessandro Scevola e dal sindaco Mario Pede - è appena rientrata dalla splendida isola di Ischia, precisamente nel comune di Forio (LEGGI).

 

 

 

Il gruppo di Squinzanesi ha portato a Forio la preziosissima reliquia di San Vito Martire. È doveroso a questo proposito, spiegare e raccontare perché Squinzano ha il dono di conservare una reliquia così importante. Secondo numerose fonti, pare che uno dei primi santi patroni di Squinzano sia stato proprio il giovane martire Vito che succedette a un altro, Sant’Ubaldo. Non si conoscono bene le origini di questo possibile patronato, ma considerando che la famiglia Enriquez era feudataria dei territori di Squinzano ed essendo San Vito un santo molto popolare nei territori della Spagna, la nomina a protettore dell’allora piccolo borgo di Squinzano è sicuramente consequenziale al dominio spagnolo nel territorio delle antiche terre di Quinzio.
Ma qualora non dovesse essere autentica l’ipotesi del patronato di San Vito, una forte devozione è comunque sempre stata presente tra i cittadini di Squinzano, tanto da dedicare al santo una via che terminava con un pozzo, ormai inesistente, dal quale la gente prelevava dell’acqua che a dir di molti, aveva degli effetti miracolosi; tradizione portata avanti fino ad oggi dove, nella chiesa di San Giovanni, ogni anno viene distribuita dell’acqua benedetta prima di portare in processione verso la chiesa madre, la statua di San Vito.
Sul lato sinistro dell’altare maggiore della chiesa matrice invece, in una nicchia in alto, si trova la reliquia con l’ampolla del sangue di San Vito, storicamente non ben documentata ma, attraverso una reliquia molto simile a quella di Squinzano, si può tracciare una piccola vera e propria identità delle sue origini.
In Italia, un’altra reliquia del sangue di San Vito che nel giorno della sua festa si liquefa come a Squinzano, si trova a Pisciotta in provincia di Salerno. Qui la documentazione, fornisce degli elementi importanti per capire la provenienza e le origini anche della reliquia presente in Salento. Infatti, nel 1600, a portare questa preziosa reliquia nel Cilento, è proprio mons. Luigi Pappacoda, vescovo di Lecce e originario di Pisciotta. La reliquia infatti, è stata consegnata a Squinzano intorno a quegli anni, per volontà di due reverendi sacerdoti e collocata poi nella nuova chiesa matrice inaugurata nel 1612 e che pochi anni dopo, in una delle prime visite pastorali, ne viene confermata la presenza proprio dallo stesso Pappacoda, il vescovo che aveva portato la reliquia molti anni prima nella sua città natale, divenuto poi vescovo di Lecce.
La reliquia in questi giorni è proprio custodita in Campania, dove il culto nei confronti di San Vito è molto sentito, specialmente sull’isola di Ischia e a Forio dove il martire è titolare di una basilica pontificia e protettore del paese, dove i fedeli potranno venerare e pregare davanti alla sacra ampolla contenente il sangue di Vito che come tradizione, il 15 giugno a Squinzano, davanti a una grande folla di fedeli e giovani ragazzi partecipanti al Grest organizzato dalla parrocchia San Nicola e Mater Domini, si liquefarà, rinnovando un patto non solo di tradizione ma soprattutto, un patto che da secoli rinnova la fede e la devozione di Squinzano verso il giovane Santo e martire Vito!

Sull’isola d’Ischia la reliquia rimarrà fino al 17 giugno quando al termine di una solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo squinzanse, mons. Luigi Pezzuto farà ritorno a Squinzano.

 

 

 

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