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Nella mattinata di ieri mons. Michele Seccia si è recato a Squinzano per la celebrazione eucaristica in occasione della ricorrenza di San Vincenzo Ferreri, compatrono del paese.

 

La cerimonia si è svolta nella chiesetta di San Giovanni in cui si trova anche la statua del patrono San Nicola di Mira e che è curta dalla confraternita dell'Immacolata. Nonostante non sia una parrocchiale, la chiesa è luogo di incontro e di devozione per i fedeli durante tutto l’anno; qui infatti si recitano nel mese di dicembre le novene dedicate all’Immacolata e a Gesù Bambino, oltre alle varie iniziative riguardanti la Madonna di Lourdes la cui grotta è collocata al suo interno.

Durante l’omelia, il vescovo ha concentrato il suo pensiero sulla “Parola di Dio che porta a Cristo, ma che è un parola crocifissa ieri e oggi. Ieri perché nonostante l’insegnamento e i miracoli come segni tangibili che Gesù dava nella propria vita, per Lui non c’erano sempre applausi e alla fine fra i suoi amici qualcuno lo tradì con un bacio”.

“Noi oggi - ha proseguito Seccia nell'omelia - vogliamo ricordare l’attualità della missione di San Vincenzo Ferreri, perché questo santo è stato un grande predicatore in un momento in cui vi erano diverse dottrine contrarie alla Chiesa, vi erano correnti che non riconoscevano pienamente la divinità di Cristo, non riconoscevano la verità trasmessa dalla Chiesa attraverso il magistero antico e sempre nuovo della Parola di Dio. Quest’uomo che si è dedicato a una predicazione itinerante ci dà un insegnamento attuale dicendoci che il Crocifisso è la sintesi di tutta la Parola di Dio. Gesù dà fastidio perché insegna, anche alla luce dell’Antico Testamento, la Verità di Dio che si attua oggi nel Suo tempo e oggi nel nostro tempo. Quell’oggi dava fastidio ieri e forse dà fastidio ancora ai nostri giorni perché la Parola di Dio deve sempre metterci in difficoltà”.

“Dobbiamo sentire Dio – ha concluso l'arcivescovo - dentro il cuore perché Dio è vicino anche ai cuori spezzati, questo vuol dire tendere come San Vincenzo alla santità. Come diceva Sant’Agostino: 'Il nostro cuore Signore è inquieto finché non riposa in Te', quindi vi auguro che questa celebrazione eucaristica risvegli in noi quella fede del cuore inquieto per un’attesa sempre più intima, personale, ma anche comunitaria e ecclesiale dell’amore di Dio. Dobbiamo imparare da San Vincenzo a mettere in pratica la Parola di Dio”.

Dopo la messa mons. Seccia si è recato nella sede del Circolo pro feste dedicato al santo per un momento di condivisione e di festa.

 

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