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“Orbene, essendo a noi noto il numero delle anime di San Pietro Vernotico, città di questa nostra diocesi, dal momento che questa, per l'aggiunta di nuove abitazioni, negli ultimi tempi si è ingrandita,  a tal punto che non è più sufficiente un unico rettore che amministri i sacramenti e guidi il popolo nelle questioni spirituali, abbiamo stabilito di smembrare la già esistente parrocchia intitolata a Maria SS. Assunta, della suddetta città di San Pietro Vernotico, e suddividere il territorio e gli abitanti, del territorio così smembrato, affinché sia eretta la nuova parrocchia intitolata ai Santi Angeli Custodi, per ora da stabilirsi nella chiesa di San Pietro e successivamente nell’erigenda nuova chiesa”.

 

 

 

È un passaggio miliare e storico della bolla episcopale di mons. Francesco Minerva che il 28 ottobre del 1951 decreta la nascita della parrocchia dei Santi Angeli Custodi con sede temporanea presso l’antica e vetusta chiesa di San Pietro.

Il paese sampietrano, seguendo le vicende della storia nazionale, lentamente sta uscendo dal periodo buio della Seconda guerra mondiale e vive una rapida crescita demografica: la popolazione, infatti, nel 1951 aumenta del 30% rispetto al 1936, attestandosi intorno ai 12300 abitanti (circa 1000 in meno rispetto agli attuali residenti). Il popolo è molto legato al culto cattolico e si dedica quotidianamente alla partecipazione dei riti religiosi, all’assolvimento delle pie tradizioni che rispecchiano una fede umile, semplice e coerente con la testimonianza della propria vita cristiana.  

Constatando tale incremento della popolazione, il vescovo di Lecce, mons. Francesco Minerva, insediatosi in diocesi alla fine del 1950, istituisce a San Pietro Vernotico una seconda comunità parrocchiale, affidando la gestione al giovane sacerdote don Vincenzo Marzo che insieme al vicario parrocchiale don Federico De Pascalis, fondano la comunità dei Santi Angeli Custodi.

A distanza di settant’anni, il parroco attuale, don Vincenzo Martella, insieme alla comunità parrocchiale ha voluto ricordare questo importante giubileo, con alcuni momenti celebrativi storici, liturgici e commemorativi.

Il primo appuntamento si è svolto sabato 23 ottobre con un momento di preghiera presso il cimitero locale dove riposano le spoglie mortali della famiglia Melli, la quale, con atto testamentario donarono una parte della quota ereditaria alla diocesi di Lecce affinché istituisse una nuova parrocchia e la intitolasse a suo figlio Ninetto Angelo, morto prematuramente all’età di diciotto anni.

Domenica 24, durante la celebrazione vespertina sono stati invitati i battezzati del 1951, i primi testimoni della comunità parrocchiale nascente. Ricordare il sacramento della vita nuova, è rivivere un tempo ecclesiale e un memoriale di gioia e di speranza.

Mercoledì 27, i fedeli si sono trasferiti presso la chiesa di San Pietro, dove tutto ha avuto inizio e dove la comunità dei Santi Angeli Custodi ha mosso i primi passi. In un clima suggestivo e carico di emozioni, si è svolta una rievocazione storica attraverso la lettura di documenti inediti e la visione di immagini dell’epoca. Successivamente una breve e intensa veglia di preghiera incentrata sull’esortazione di Gesù “Duc in altum - prendi il largo” ha concluso la celebrazione serale.

Giovedì 28 è stato il giorno del Giubileo parrocchiale. La solenne messa presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia è stata concelebrata dai parroci locali e da diversi sacerdoti che hanno servito la comunità dei Santi Angeli Custodi.

«Grandi cose ha fatto il Signore per noi», ha ricordato il parroco don Vincenzo Martella citando il Salmo 125 che «tratteggia come una cornice al cui interno si possono raccogliere le foto e i ricordi più belli di questi settant’anni di storia parrocchiale. E, allo stesso tempo, ci offrono la prospettiva più adeguata per celebrare un anniversario particolarmente significativo per la comunità: non dobbiamo esaltarci per ciò che noi uomini abbiamo saputo fare lungo il cammino, ma riconoscere quel che Dio ha fatto per noi. Sicuramente, anche attraverso l’impegno e l’operosità di tanti che si sono messi al servizio suo nella parrocchia. Questa dimensione dell’opera di Dio è fondamentale per chi vuol cercare la gloria che viene da Dio solo, senza prendere gloria gli uni dagli altri (Gv 5,44). Così si costruisce il Regno di Dio nella storia, e forse la nostra comunità un po’ lo ha saputo fare».

 

 

 

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