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È stata un’intensa due-giorni quella vissuta dalla parrocchia degli Angeli Custodi e, più in generale, dall’intero comune di San Pietro Vernotico, che ha avuto l’onore di accogliere don Claudio Burgio, figura di spicco del clero milanese.

Personalità poliedrica, don Burgio è infatti maestro direttore della cappella musicale del duomo di Milano, fondatore e presidente dell’associazione Kayrós, che dal 2000 opera nel campo del disagio giovanile gestendo diverse comunità di accoglienza per adolescenti in difficoltà, nonché cappellano dell’istituto penale minorile “Cesare Beccaria” del capoluogo lombardo.

La venuta di don Burgio nell'arcidiocesi di Lecce, frutto dell'intraprendenza del parroco don Vincenzo Martella, si è condensata in due momenti significativi. Il primo è stato il bellissimo concerto di musica sacra tenutosi durante la serata di giovedì 3 ottobre nella chiesa degli Angeli Custodi. Concerto che ha visto, accanto ai cori delle locali parrocchie, anche la partecipazione dei cori della cattedrale di Brindisi e delle matrici di Trepuzzi e San Pietro in Lama. Un vero happening, concretizzatosi anche grazie all’impegno artistico della prof.ssa Maria Luisa Casali.

Il secondo evento che ha visto protagonista don Burgio è stato invece l’incontro con i ragazzi delle classi seconde, terze e quarte dell’Istituto scolastico “N. Valzani”, parte dell’Istituto “Ferraris-De Marco-Valzani”, Polo Tecnico Professionale Messapia. L’incontro, coordinato con dedizione e cura dalla docente di religione cattolica dell’istituto, Angela Mastromauro e dall’insegnate di sostegno, Piera Montinaro, si è svolto nell’auditorium scolastico con il supporto tecnico del dott. Antonio Mezzolla. A porgere un caloroso saluto da parte della preside Rita Ortenzia De Vito è stato il prof. Maurizio Scardia. Gli studenti sanpietrani hanno potuto così ascoltare l’appassionata testimonianza di don Claudio che da anni dedica la propria vita a giovani provenienti da realtà critiche e con alle spalle un passato davvero poco semplice, raccogliendone paure e speranze e collaborando al loro cammino di crescita o di riscatto. Si tratta di adolescenti a volte scivolati nella tossicodipendenza o, come nel caso di alcuni ospiti del “Beccaria”, colpevoli di omicidio. Esperienze profonde che il sacerdote milanese ha voluto anche raccontare nel toccante volume Non esistono ragazzi cattivi.

Don Burgio si è detto convinto che un’autentica sconfitta dell’educazione sia rappresentata oggi dalla diffusa idea che, per conquistare i giovani, gli adulti debbano necessariamente assimilarsi a loro, presentandosi a tutti i costi come ragazzini. Questo giovanilismo, questa mancanza di auctoritas negli adulti, priva di fatto le nuove generazioni di una sana relazione con persone capaci di testimoniare, attraverso il proprio vivere ed il proprio soffrire, quello che davvero è l’esistenza umana e quale sia il suo senso più profondo. Altro fattore problematico è poi l’aver reso i giovani orfani di identità, figure quasi sospese tra l’essere e il non essere sociale. È un dramma che lo stesso don Claudio ha toccato con mano quando un ospite della sua comunità è fuggito in Medio Oriente per arruolarsi nelle fila del califfato islamico. In tal caso, il radicalismo musulmano si è configurato come una valvola di sfogo al tremendo vuoto del “non essere qualcuno”. I ragazzi hanno davvero tanto bisogno allora di uno sguardo estatico, capace di non consumarsi nel tutto e subito, nello schiacciamento sul presente. In quest’ottica, la proposta della fede cristiana riveste un ruolo decisivo.   

   

         

 

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